Quando nascono associazioni o movimenti giovanili impegnati contro l’odio e il fascismo, si accende una grande speranza per un futuro fondato sulla democrazia e la pace. A Milano, i figli dei sopravvissuti alla Shoah si sono organizzati per raccogliere il “testimone” e formare un gruppo che lavora per la pace, con l’obiettivo di trasmettere alle future generazioni di tutto il mondo, attraverso il racconto, la vera storia di quelle atrocità vissute e raccontate dai loro padri. Mantenere viva la memoria è fondamentale affinché simili tragedie non si ripetano mai più.
Il Movimento delle Sardine, nato come movimento antifascista e composto da giovani, sta agendo con urgenza per fermare l’avanzata di quel “veleno” prima che provochi altri danni irreparabili. Non si può affermare con leggerezza che nazismo e fascismo non possano ripresentarsi. Al contrario, ci sono segnali preoccupanti che, dal dopoguerra a oggi, certi settori della società hanno seminato, in modo subdolo, odio e indifferenza verso chi combatte in prima linea il male assoluto. In particolare, in Europa, l’avanzata delle destre estremiste, spesso caratterizzate da sentimenti antisemiti, è un fenomeno allarmante.
Il recente episodio di Mondovì è estremamente grave e richiede una riflessione profonda. Bisogna prestare attenzione a certi eventi e affrontarli con determinazione, senza lasciare che la paura prenda il sopravvento.
I sopravvissuti all’Olocausto, immediatamente dopo la guerra, hanno spesso evitato di raccontare gli orrori vissuti. Tuttavia, con il passare del tempo, è stato compiuto un lavoro meticoloso per ricostruire una storia che non ha nulla di umano. Oggi i giovani hanno una visione più concreta di quanto accaduto nei campi di sterminio, grazie alle visite a questi luoghi di memoria e alle testimonianze degli ultimi sopravvissuti. Nelle scuole, queste testimonianze sono diventate centrali per combattere l’ignoranza e mantenere viva la consapevolezza di quella disumana pagina di storia.