Il celebre critico Vittorio Sgarbi ha recentemente pubblicato un nuovo libro intitolato “Natività: Madre e figlio nell’arte” con la casa editrice La nave di Teseo. Questo scritto rappresenta il culmine di un anno particolarmente complesso, segnato dalle sue dimissioni dalla carica di Sottosegretario alla cultura e da indagini riguardanti presunti conflitti d’interesse. Ventendo un’immagine più riflessiva e personale, Sgarbi si allontana dalla rumorosa vita pubblica e si rifugia nel suo amore per l’arte, esplorando le connessioni profonde con la tematica della maternità.

Il libro indaga sulle rappresentazioni artistiche del legame tra madre e figlio, esplorando opere celebri come la “Madonna del parto” di Piero della Francesca e l’ultima “Pietà” di Michelangelo. Sgarbi sottolinea come questi capolavori riescano a umanizzare il divino, esprimendo una quotidianità fatta di gesti affettuosi e rapporti semplici. È un viaggio nell’arte da una prospettiva umana, come dimostrano le sue riflessioni sull'”Adorazione dei pastori” di Caravaggio, in cui sottolinea la mancanza di privilegi per i pastori, rappresentati in un contesto naturale.

Il critico si interroga anche sul suo posto nel mondo dopo un intervento alla prostata, che ha smorzato la sua effervescenza sessuale. Si concentrava sulla lettura e la riflessione, dedicando tempo alla cura dei rapporti personali, come quello con la sorella e la compagna, Sabrina. Questo periodo di introspezione è paragonabile, per Sgarbi, al “Notturno” di D’Annunzio, dove i pensieri sospesi tornano alla mente in una nuova luce intima e contemplativa.

Il suo rapporto con la madre, la signora Rina, è stato particolarmente profondo e quasi simbiotico, segnando la sua vita dal momento dell’infanzia. L’intreccio tra vita personale e passioni artistiche è l’anima del suo ultimo lavoro, con una riflessione sul significato dell’essere madre, un concetto che, per Sgarbi, solo l’arte è stata in grado di raccontare pienamente.

Il suo libro diviene quindi un’occasione non solo per riscoprire le radici artistiche di un tema universale, ma anche per una riflessione più ampia sulla vita, che trascende le consuete polemiche pubbliche a cui ci ha abituato. Questo percorso lo allontana dalle querelle politiche e lo avvicina ad una dimensione umana e riflessiva, lasciandoci forse intravedere un’altra sfumatura del personaggio pubblico che tutti conoscono.

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