Negli ultimi anni, eventi meteorologici estremi stanno diventando sempre più frequenti e devastanti, causando gravi danni economici e mettendo a dura prova i sistemi di risposta governativi a tutti i livelli, da quello locale a quello nazionale. La stagione degli uragani del 2024 ha segnato un nuovo punto di svolta, con uragani come Milton e Helene che hanno devastato stati come la Florida, la Carolina del Nord e altre aree della costa orientale degli Stati Uniti. Sebbene l’impatto di Milton sia stato meno devastante di quanto inizialmente temuto, i danni causati dagli eventi meteorologici estremi stanno avendo un impatto profondo sulla società americana e sui suoi sistemi economici e politici.

Un problema centrale che emerge è la crescente vulnerabilità del sistema di assicurazioni immobiliari di fronte ai cambiamenti climatici. Le compagnie assicurative stanno ritirandosi da aree ad alto rischio, come Florida, California e Colorado, lasciando molti proprietari di case senza copertura per i danni causati da disastri naturali. Nel 2022, ad esempio, l’uragano Ian ha generato perdite assicurative per circa 60 miliardi di dollari. Questi costi hanno spinto le compagnie di riassicurazione, come Swiss Re e Munich Re, che coprono i rischi catastrofici, a aumentare drasticamente i loro premi. Ciò ha influito direttamente sui bilanci delle compagnie assicurative tradizionali, portando alcune, come Farmers e State Farm, a ritirarsi dal mercato in stati ad alto rischio.

In Florida, ad esempio, nonostante i frequenti uragani e l’aumento del livello del mare, più di quattro proprietari di case su cinque non hanno un’assicurazione contro le inondazioni. Il costo elevato delle polizze è un fattore decisivo: l’assicurazione media contro le alluvioni nello stato costa circa 800 dollari all’anno. Tuttavia, oltre al costo, c’è anche una certa inerzia, poiché fino a poco tempo fa molti proprietari non pensavano fosse necessario proteggersi dalle inondazioni, a meno che non vivessero direttamente sulla costa. Questo atteggiamento è cambiato con l’aumento dei disastri legati al clima, che ora colpiscono non solo le aree costiere ma anche regioni interne.

Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, durante la sua visita alle aree colpite dall’uragano Milton, ha sottolineato l’urgenza di garantire che l’Agenzia Federale per la Gestione delle Emergenze (FEMA) abbia fondi adeguati per affrontare le emergenze future. Tuttavia, il fondo per i disastri della FEMA è stato in parte esaurito a causa delle calamità precedenti, come inondazioni, tornado e incendi. Alcuni membri del Congresso, tra cui il Presidente della Camera Mike Johnson, hanno ritardato il rifinanziamento del fondo, creando ulteriori difficoltà nella gestione delle crisi future.

Nonostante le sfide poste dal cambiamento climatico, alcuni politici della destra estrema continuano a diffondere teorie del complotto che complicano ulteriormente gli sforzi per affrontare questi problemi. Il candidato repubblicano alla presidenza, Donald Trump, ha recentemente affermato che i fondi della FEMA erano stati spesi per accogliere migranti, una dichiarazione priva di fondamento. Alcuni esponenti del movimento MAGA sono arrivati a sostenere che il governo americano sia addirittura responsabile della creazione di questi disastri naturali, promuovendo teorie cospirative secondo cui le autorità avrebbero la capacità di controllare il clima.

Ma le sfide poste dal cambiamento climatico vanno ben oltre le teorie cospirative e richiedono interventi concreti e immediati. Una delle problematiche più urgenti è la crisi del sistema assicurativo, che sta lasciando milioni di cittadini americani senza la possibilità di proteggere le proprie case da futuri disastri. Con l’aumento dei costi delle polizze e il ritiro delle compagnie assicurative dalle aree a rischio, i piani pubblici di assicurazione, come i programmi FAIR, stanno giocando un ruolo sempre più importante come ultima risorsa per chi non riesce a trovare altre soluzioni.

Inoltre, l’espansione del Programma Nazionale di Assicurazione contro le Alluvioni (NFIP) è diventata essenziale, soprattutto in stati come la Carolina del Nord, dove le piogge causate dall’uragano Helene hanno provocato danni incalcolabili. Tuttavia, la maggior parte dei proprietari di case in queste aree non possiede un’assicurazione contro le alluvioni, il che significa che saranno personalmente responsabili dei costi di ricostruzione non coperti dalla FEMA.

La frequenza e l’intensità degli eventi meteorologici legati al cambiamento climatico richiedono una revisione profonda delle politiche assicurative e di gestione dei disastri. Garantire che le risorse siano allocate in modo equo e che le comunità più vulnerabili siano adeguatamente protette è una sfida che deve essere affrontata con urgenza.

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