Gli automobilisti del futuro, rappresentati dalle nuove generazioni, sembrano aver perso interesse per le automobili, influenzati sia da ragioni pratiche che ideologiche. Questa inclinazione si riflette non solo nelle scelte personali, ma anche nei cambiamenti del mercato automobilistico, che si trova impreparato ad affrontare una transizione così drastica. Daniele Manca, nel suo editoriale, ha sottolineato come i grandi gruppi automobilistici abbiano a lungo ignorato i giovani, i quali non vedono più l’acquisto di un’auto come un ingresso nell’età adulta.
Il direttore del Foglio, Claudio Cerasa, attribuisce parte della crisi del settore automobilistico a un problema ideologico legato alla crescente condanna sociale delle automobili. L’auto, secondo Cerasa, non è più vista come uno status symbol, ma piuttosto come un problema ecologico e sociale, simbolo di una modernità capitalistica ormai criticata. L’auto è accusata di essere inquinante, pericolosa e d’intralcio ai tentativi di ridefinire gli spazi urbani in favore dei cittadini.
Tuttavia, l’idea di un completo abbandono dell’automobile è ancora largamente esagerata. Nonostante l’odio crescente, ci sono dati che suggeriscono una diminuzione dell’interesse verso l’auto da parte delle nuove generazioni: il numero di giovani in possesso di una patente di guida è in calo in molti paesi. Negli Stati Uniti, la percentuale di sedicenni con patente è diminuita drasticamente dal 1997 al 2020. Analoga tendenza è riscontrabile nel Regno Unito e in Italia, dove il numero di auto intestate a giovani sotto i 25 anni è sceso del 43% tra il 2011 e il 2021.
Le cause di questo fenomeno sono molteplici e vanno dalla tecnologia, che facilita la vita digitale e riduce la necessità di spostamenti, alla crescente sensibilità ambientale delle nuove generazioni. Alcuni giovani, non potendo permettersi auto elettriche, preferiscono mezzi alternativi come il car sharing, il bike sharing e i trasporti pubblici, per ridurre la loro impronta ecologica.
Eppure, non tutte le analisi sono concordi su questa prospettiva. C’è chi sostiene che, dopo il periodo della pandemia, i giovani della Gen Z abbiano rilanciato l’interesse per le automobili. Un sondaggio di Enterprise Mobility ha evidenziato che quasi la metà dei giovani appartenenti a questa generazione guida più di quanto facessero cinque anni fa, seguito da un analogo aumento tra i Millennial.
In conclusione, mentre alcuni dati indicano un disinteresse crescente verso l’automobile tra i giovani, altre analisi suggeriscono una ripresa post-pandemia dell’uso delle auto. In ogni caso, il futuro del settore automobilistico potrebbe dipendere da come saprà rispondere a queste nuove esigenze e preferenze, tenendo in considerazione l’evoluzione dei valori dei giovani consumatori.