Uno degli sviluppi più significativi nel conflitto tra Russia e Ucraina non riguarda le manovre militari o gli aiuti occidentali, ma piuttosto il cambiamento profondo nella struttura economica della Russia. Vladimir Putin ha trasformato il Paese in un’economia di guerra, una decisione che sta sfuggendo a gran parte degli analisti occidentali. Nonostante le previsioni di diversi esperti, come l’ex consigliere economico di Putin, Andrei Illarionov, che ipotizzava un collasso economico russo entro il 2023, la realtà attuale appare diversa. L’economia russa, anziché crollare, ha resistito e si è persino rafforzata grazie all’aumento della spesa militare e all’adattamento del Paese alle nuove sfide imposte dal conflitto.
Una risposta economica alla guerra
Nel corso del 2023, la Russia ha incrementato in modo sostanziale i fondi destinati alla difesa, passando da 6,5 trilioni di rubli nel 2022 a 10,8 trilioni. Per il 2024, le previsioni indicano un ulteriore aumento fino a 13,2 trilioni di rubli, una cifra che rappresenta oltre il 6% del prodotto interno lordo (PIL) del Paese. Questo dato è significativo, soprattutto se paragonato agli sforzi occidentali, dove molti Paesi faticano a raggiungere il 2% del PIL per le spese militari. Questi numeri evidenziano una chiara intenzione della Russia di mantenere una strategia bellica di lungo termine, finanziata non attraverso il debito, ma tramite una crescita economica focalizzata.
L’economia di guerra si è rivelata un potente stimolo per la Russia, con previsioni di un aumento delle entrate fiscali non legate al gas e al petrolio del 73% per il prossimo anno. Questo fenomeno contraddice le aspettative di chi credeva che le sanzioni occidentali avrebbero paralizzato il Paese. Al contrario, la Russia sta trovando nuovi mercati e partner, dimostrando una sorprendente resilienza di fronte alle pressioni economiche globali.
La sostenibilità dell’economia di guerra russa, nonostante la sua attuale resilienza, resta un’incognita a lungo termine. Sebbene la Russia stia beneficiando di entrate fiscali crescenti e di un sistema economico adattato alle esigenze del conflitto, il peso di mantenere un’elevata spesa militare su un periodo prolungato potrebbe mettere sotto pressione il tessuto economico del Paese. Le sanzioni occidentali, sebbene finora abbiano avuto un impatto limitato, potrebbero intensificarsi nel tempo, complicando ulteriormente l’accesso ai mercati internazionali e alla tecnologia avanzata. Inoltre, il crescente isolamento economico della Russia, unito all’esigenza di sostenere il fronte interno e le spese militari, potrebbe limitare lo sviluppo di settori strategici non legati alla difesa. Pertanto, mentre nel breve termine la Russia sembra reggere bene il peso del conflitto, l’andamento di questa economia bellica sarà fortemente influenzato dalla durata della guerra e dalla capacità del Paese di aggirare gli ostacoli internazionali nel medio-lungo periodo.
Il dilemma dell’Occidente
Di fronte a questa trasformazione, i Paesi occidentali sembrano incerti su come reagire. Se avessero voluto sostenere in modo decisivo l’Ucraina, avrebbero potuto adottare una strategia simile a quella russa, ovvero riconvertire le proprie economie verso una maggiore produzione militare e reindirizzare i fondi pubblici in tal senso. Tuttavia, la maggior parte delle economie occidentali non è disposta a fare questo passo. Al contrario, alcuni Paesi stanno persino riducendo gli aiuti destinati a Kiev. La Germania, ad esempio, ha già tagliato parte del pacchetto di aiuti all’Ucraina per i prossimi tre anni, segnalando una crescente stanchezza nel sostenere economicamente il conflitto.
Il futuro dell’Ucraina e la posizione della Russia
La Russia, dal canto suo, continua a perseguire i propri obiettivi militari e territoriali. L’idea che il Paese possa crollare economicamente e militare è sempre più lontana dalla realtà. La Russia sembra ben posizionata per mantenere il controllo su alcune delle regioni occupate, come Donetsk, Luhansk, Zaporizhzhia e Kherson, che rappresentano gli obiettivi strategici di Mosca sin dall’inizio del conflitto.
Inoltre, la narrativa occidentale, che sperava in un rapido esaurimento delle risorse russe, si sta dimostrando errata. L’idea che la guerra possa essere vinta esclusivamente attraverso sanzioni e il sostegno militare all’Ucraina non tiene conto del cambiamento radicale che ha subito l’economia russa, ormai adattata a uno scenario di lungo termine. In questo contesto, l’Ucraina si trova a dover affrontare una guerra che, a meno di un drastico cambio di strategia da parte dell’Occidente, rischia di prolungarsi senza una vittoria definitiva.
Il ruolo degli Stati Uniti e dell’Europa
Negli Stati Uniti, il sostegno all’Ucraina rimane solido, ma con segnali di declino. La politica estera americana è sempre più concentrata sul Medio Oriente e, con le prossime elezioni presidenziali, l’ipotesi di un cambio di leadership potrebbe portare a un drastico mutamento nella posizione di Washington. Se Donald Trump dovesse tornare alla Casa Bianca, gli scenari cambierebbero radicalmente, e l’Europa non sarebbe in grado di compensare un eventuale disimpegno statunitense.
L’Europa, dal canto suo, è già alle prese con sfide economiche interne. Paesi come la Francia e l’Italia hanno introdotto piani di austerità, mentre in Germania emergono crescenti pressioni politiche per cercare soluzioni diplomatiche. I governatori di Brandeburgo e Sassonia, insieme a diversi leader regionali tedeschi, hanno recentemente rilanciato l’idea di una conferenza di pace, segno di un’Europa sempre più preoccupata per la durata e i costi del conflitto.
In sintesi, mentre la Russia accelera con la sua economia di guerra, l’Occidente sembra esitare nel prendere decisioni radicali. Questo squilibrio potrebbe avere un impatto decisivo sugli sviluppi futuri del conflitto e sulla possibilità di un suo esito positivo per l’Ucraina.
Mah, mi sembra che sta guerra non servi a nessuno. Eppura, l’economia di guerra russa sembra tenere. Ma, quanto puó durare sto gioco senza che scoppi tutto?
Come fa la Russia a sostenere tutto questo? C’è qualcosa che non mi torna, le sanzioni dovevano essere molto più impattanti. Ma forse l’Occidente ha davvero sottovalutato le capacità economiche di Mosca.
Intanto l’Occidente sta qua che non sa bene che fa, indeciso come sempre. Mo io non sono un esperto, ma se non supportiamo come si deve l’Ucraina, la Russia continuerà a farla da padrona.
Ma tutte ste spese militari come fano a non mandare a picco l’eeconoma russa? Non so… mi sembra gigantesco il rischio, e se sbagliano anche solo un pelo…..
Se la Russia riesce davvero a sosteenere questa economia ddi guuerra a lungo termine,, allora molti dovrraanno rivedere le loro teorie economiche. Putiin sembraa saperr giocare le sue carte in manieraa astuta.