Friedrich Merz, leader della CDU, insieme ai socialdemocratici, ha annunciato un piano ambizioso per rilanciare l’economia della Germania. I due schieramenti politici hanno raggiunto un accordo per implementare uno stimolo economico straordinario che prevede la creazione di un fondo speciale per le infrastrutture, con una dotazione di 500 miliardi di euro distribuiti su dieci anni. Inoltre, il governo è pronto a modificare il rigido “freno al debito”, una norma costituzionale che attualmente limita le spese in disavanzo oltre l’1% del PIL, in particolare per quanto riguarda gli investimenti nella difesa, che riceveranno risorse significative.
In sintesi, Berlino propone un pacchetto economico imponente del valore compreso tra 800 e 1.000 miliardi di euro. Durante una conferenza stampa tenuta dai negoziatori del nuovo governo, Merz e Lars Klingbeil della SPD hanno confermato le aspettative che si erano diffuse durante il weekend a Berlino: il governo intende agire rapidamente e introdurre un fondo per le spese militari notevolmente maggiore rispetto ai 200 miliardi di euro ipotizzati da Bloomberg.
L’inversione a U nel pensiero di Merz, considerato un falco del rigore fiscale, ha sorpreso molti, poiché fino a poche settimane fa sosteneva posizioni in linea con quelle di Wolfgang Schäuble. Tuttavia, Merz ha riconosciuto le circostanze eccezionali e la necessità di abbandonare i vecchi schemi. Questo cambiamento riflette anche una feconda conversazione sulla sicurezza europea, suggerendo che l’Europa potrebbe gradualmente raggiungere un’indipendenza dalla tutela degli Stati Uniti. Parallelamente, i socialdemocratici si trovano in sintonia con questa direzione, avendola auspicata e sostenuta da tempo in campagna elettorale.
Il voto sullo Schuldenbremse, la cosiddetta “frenatura del debito”, è in calendario per la prossima settimana. La misura sarà trattata dall’uscente Parlamento, che, sostenuto dai voti dei Verdi, dovrebbe facilmente raggiungere la necessaria soglia del 66% per approvarla. È una situazione straordinaria, simile a quella del 1998, quando il Parlamento venne convocato per decidere su una questione legata alla guerra nei Balcani.
La Bundesbank ha manifestato il suo supporto all’alleggerimento del freno al debito. In un documento, propone di permettere al governo federale e ai Länder maggiori possibilità di indebitamento. Si suggerisce di incrementare il limite per nuovi prestiti dallo 0,35% del PIL all’1,4%, destinando la maggior parte agli investimenti, mantenendo però il debito/PIL al di sotto del 60% stabilito dall’UE.
La Germania ha un ampio margine di manovra fiscale grazie alle finanze ordinate lasciate da Angela Merkel, con un debito appena superiore al 60% del PIL. Tra i paesi del G7, nessuno presenta numeri simili. Merz non solo ha citato le parole di Mario Draghi, ma si appresta a varare un massiccio piano di spesa, evidenziando come Berlino sia pronta a investire nel riarmo, conscia delle opportunità di finanziamento.