Un potenziale accordo sulla sicurezza e la difesa tra Regno Unito e Unione Europea rischia di cadere nel vuoto se non si giungerà a un compromesso sui diritti di pesca, secondo un’importante esponente politica europea. Jessica Rosencrantz, ministro svedese per gli Affari dell’UE, ha sottolineato l’urgenza di un accordo formale in tema di sicurezza con il Regno Unito, in un contesto di crescenti tensioni dovute alla situazione in Ucraina e al rapido riarmo dei Paesi. Si prevede che un vertice a maggio possa segnare un passo avanti significativo con la firma di un accordo preliminare.
Tuttavia, Rosencrantz ha dichiarato a POLITICO che i governi dei Paesi membri dell’UE potrebbero non approvare un accordo di sicurezza se non verranno affrontate congiuntamente altre delicate questioni, come l’accesso delle flotte europee alle acque britanniche. La ministra ha espresso che un’intesa sulla pesca potrebbe contribuire significativamente a rafforzare la fiducia tra Bruxelles e Londra. “È fondamentale che l’UE e il Regno Unito collaborino sulla difesa e la sicurezza”, ha detto Rosencrantz, “ma ci sono anche altre questioni, come la pesca, che richiedono attenzione”.
Nel contesto delle negoziazioni, è emerso come la Francia, in particolare, voglia negoziare condizioni più favorevoli sui diritti di pesca, ponendo come condizione un miglioramento delle relazioni tra UE e Regno Unito. Storicamente, i diritti di pesca sono stati uno dei principali ostacoli durante il processo di Brexit, inasprendo le relazioni franco-britanniche sotto l’amministrazione di Boris Johnson.
Il Regno Unito, da parte sua, spera di rinforzare il suo legame con l’UE nel settore della sicurezza, considerato il prestigio delle sue forze armate e il possesso di armi nucleari. Ciò nonostante la questione della pesca, unitamente ad altre, come la mobilità giovanile e la gestione delle frontiere a Gibilterra, sta rallentando i negoziati.
Un incontro cruciale tra Keir Starmer e i leader dell’UE è previsto per il 19 maggio nel Regno Unito, per cercare di definire un piano concordato. Nelle discussioni si inserisce inoltre la decisione del presidente statunitense Donald Trump di ridurre l’impegno americano sulla sicurezza europea, e il tentativo dell’UE di rafforzare la propria industria della difesa, circostanze che complicano ulteriormente la situazione.
Bruxelles ha avanzato l’idea di un fondo di prestiti da 150 miliardi di euro destinato al riarmo dei governi dell’UE, con una preferenza per gli “acquisti europei”, come dichiarato dalla presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen. Tuttavia, senza un’intesa formale, il Regno Unito verrebbe escluso, pur essendo un possibile fornitore di armi e equipaggiamenti nel caso di un accordo.
“È essenziale che il Regno Unito partecipi a questo progetto”, ha affermato Rosencrantz. “Lottiamo per i medesimi obiettivi riguardo il supporto all’Ucraina e il potenziamento della difesa. Una collaborazione è indispensabile.”
Questo complesso scenario richiede che entrambe le parti trovino un equilibrio tra interessi strategici e retaggi del passato, per non sprecare l’opportunità di costruire un partenariato solido e fruttuoso.