Si sono conclusi a Riyadh, in Arabia Saudita, i negoziati tra Russia e Stati Uniti, guidati rispettivamente dal Ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov e dal Segretario di Stato statunitense Marco Rubio. I colloqui, che hanno ripreso il filo delle relazioni tra le due potenze globali, si sono protratti per circa quattro ore e mezza e hanno riguardato temi di cruciale importanza geopolitica. Secondo le dichiarazioni di Yuri Ushakov, principale consigliere del leader russo Vladimir Putin, i negoziati si sono svolti in maniera positiva. “Abbiamo avuto un dialogo approfondito su tutti gli argomenti che intendevamo affrontare”, ha comunicato Ushakov ai giornalisti, riportato dall’agenzia di stampa di Stato russa RIA Novosti.

La questione del futuro dell’Ucraina ha avuto un ruolo centrale nell’agenda dell’incontro. La Russia è coinvolta in un conflitto aperto nel paese da tre anni, mentre gli Stati Uniti sono interessati alle risorse minerarie ucraine, nonostante l’assenza di Kyiv dai tavoli delle trattative. Stando alle parole di Ushakov, le due parti hanno concordato di tenere conto degli interessi reciproci e di lavorare per il miglioramento delle relazioni bilaterali, con l’obiettivo di organizzare un incontro tra i leader delle due nazioni. Tuttavia, la possibilità di un vertice imminente tra i presidenti Donald Trump e Vladimir Putin appare improbabile, poiché, come indicato dall’aiutante di Putin, occorre un intenso lavoro di preparazione.

Da parte sua, il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti ha considerato i colloqui un passo significativo in avanti, con Lavrov e Rubio che hanno accettato di formare squadre di negoziatori esperti per discutere di una soluzione alla guerra in Ucraina, il più presto possibile e in modo durevole e sostenibile. Tammy Bruce, portavoce del Dipartimento di Stato americano, ha dichiarato che gli Stati Uniti sono determinati a fermare le uccisioni e stanno cercando di usare la loro forza globale per unire le nazioni in questa missione.

Nonostante queste intenzioni, il Presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy ha espresso scetticismo riguardo a qualsiasi negoziazione che avvenga senza il coinvolgimento diretto di Kyiv, sostenendo che essa sarebbe inefficace. Oltre alle squadre di negoziatori, Washington e Mosca hanno stabilito di creare un meccanismo di consultazione per affrontare questioni irritanti nelle relazioni bilaterali, con l’obiettivo di normalizzare le attività diplomatiche e favorire una cooperazione futura su interessi geopolitici comuni e opportunità economiche.

Parallelamente ai colloqui bilaterali, funzionari russi e statunitensi hanno discusso separatamente della cooperazione economica futura, come confermato da Kirill Dmitriev, capo del Fondo di Investimento Diretto Russo. A seguito dei negoziati, la tensione è rimasta alta in Ucraina, dove a Kyiv è stato lanciato un allarme per l’arrivo di missili balistici russi.

Nel mentre, Zelenskyy si trovava in Turchia per l’inaugurazione dell’ambasciata ucraina rinnovata ad Ankara e ha tenuto un vertice con il presidente turco Erdoğan. In passato, secondo Zelenskyy, la Russia ha imposto ultimatum senza fornire reali alternative diplomatiche, e l’attuale situazione alimenta il timore che si possano ripetere scenari simili. In chiusura, Zelenskyy ha ribadito la ferma posizione dell’Ucraina nel non accettare tali condizioni. Con l’aggiunta di un aggiornamento, la relazione contiene il contributo di Veronika Melkozerova da Kyiv.

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