Nel contesto delle recenti dinamiche geopolitiche tra Stati Uniti e Ucraina, si è giunti a un accordo economico e strategico che promette di ridefinire le relazioni tra questi due Paesi. L’Ucraina ha concesso agli Stati Uniti i proventi dello sfruttamento dei suoi giacimenti di minerali preziosi, in particolare le cosiddette “terre rare”. Questa intesa mira a consolidare il legame con l’amministrazione americana di Donald Trump e a favorire un impegno costante degli Stati Uniti nella sicurezza militare dell’Ucraina. Durante un incontro notturno con i giornalisti, Trump ha sottolineato che l’accordo assicurerà all’Ucraina “il diritto di continuare a combattere”. Ha elogiato il coraggio degli ucraini, affermando che senza l’aiuto americano la loro guerra sarebbe finita rapidamente. Alla questione sulla durata delle forniture di armi e munizioni, Trump ha risposto che continueranno “forse finché non si raggiungerà un accordo con la Russia”.
La tensione con la Russia è palpabile, e le discussioni su un accordo di pace includono la necessità di “una qualche forma di mantenimento della pace” che soddisfi tutte le parti coinvolte. Tuttavia, le garanzie di sicurezza richieste da Kiev sembrano ancora lontane. Gli Stati Uniti hanno dovuto abbassare la loro richiesta iniziale di 500 miliardi di dollari in entrate potenziali, ma la cifra finale dell’accordo supera comunque le spese americane finora sostenute per l’Ucraina.
Nel frattempo, il presidente ucraino Zelensky ha espresso la sua disponibilità a migliorare i rapporti con gli Stati Uniti, mettendo da parte le offese personali, come quando Trump lo aveva definito un “dittatore impopolare”. Gli alti funzionari ucraini hanno confermato l’intenzione di firmare l’accordo con le aziende americane per lo sfruttamento delle risorse minerarie, nonostante nella versione finale non siano presenti riferimenti espliciti a garanzie di sicurezza americane. L’accordo prevede la creazione di un fondo comune al 50% per lo sfruttamento delle risorse, escludendo però società già coinvolte nel bilancio pubblico ucraino.
In parallelo, la possibilità di un contingente di peacekeeping dell’Unione Europea in Ucraina è stata bocciata dal Cremlino. Nonostante le dichiarazioni positive di Putin, il portavoce Peskov ha ribadito il rifiuto della proposta, sottolineando che l’accordo dovrebbe coinvolgere anche Paesi del gruppo Bric, Cina in primis.
L’attesa di un’evoluzione delle trattative si intensifica, con Zelensky che dovrebbe recarsi a Washington il 28 febbraio per la cerimonia della firma ufficiale dell’accordo con Trump. L’auspicio di Kiev è che questa sia l’occasione per entrare nei negoziati bilaterali che Trump sta tenendo con Putin, sperando di influenzare positivamente l’esito delle trattative in corso.