Nell’attuale clima geopolitico, l’equilibrio delle relazioni tra gli Stati Uniti e gli alleati europei appare sempre più teso. A Bruxelles, il nuovo ministro della Difesa belga, Theo Francken, ha lanciato un avvertimento significativo riguardo al rischio che gli Stati Uniti potrebbero correre, passando da una politica di “America Prima” a una di “America da sola”, se continuano a antagonizzare i loro partner europei. Le recenti azioni di Washington, che ha avviato negoziati diretti con Mosca sulla situazione ucraina, hanno sorpreso e destabilizzato i leader del Vecchio Continente.

Francken ha evidenziato come l’approccio dell’attuale governo americano si discosti notevolmente dalla politica del “grande bastone” di Theodore Roosevelt. Nonostante l’approccio assertivo, il ministro belga ha sottolineato l’importanza cruciale della NATO, definendola come la più solida alleanza militare mai esistita. Anziché isolate, le potenze occidentali dovrebbero preservare tale alleanza, anche sotto l’egida di una politica nazionalista.

Tuttavia, il ministro ha anche messo in luce le tensioni interne all’Europa, affermando che il continente sta vivendo un vuoto di leadership, problema che complica la risposta del blocco alle stesse manovre americane. La Nuova Alleanza Fiamminga (N-VA), partito di Francken, si colloca al fianco di figure come Giorgia Meloni in Italia, Donald Tusk in Polonia e Friedrich Merz in Germania, formando un’alleanza di destra che potrebbe influenzare significativamente settori chiave come la difesa e l’immigrazione.

Il ministro belga ritiene fondamentale per l’Europa consolidare la propria industria della difesa, troppo frammentata per competere efficacemente a livello globale. Suggerisce la creazione di poche, ma grandi, aziende europee in grado di ottimizzare la produzione e l’innovazione dei sistemi militari. Il Belgio è già coinvolto in alcuni progetti europei di sviluppo militare e punta a partecipare a ulteriori iniziative con i paesi vicini per migliorare le proprie capacità difensive.

Nonostante ciò, il Belgio resta indietro rispetto agli obiettivi di spesa per la difesa della NATO, attualmente investendo solo l’1,3% del PIL. L’obiettivo di raggiungere il 2% è stato fissato per l’arco dei prossimi quattro anni, mentre il governo si impegna in trattative con la Commissione europea per assicurarsi che la necessaria spesa per la difesa sia compatibile con i vincoli di bilancio imposti dall’UE.

Nelle tensioni internazionali, il Belgio si distingue come uno dei pochi paesi pronto a fornire truppe per una forza di peacekeeping in Ucraina, a condizione che ci sia un accordo di pace con chiari parametri operativi e garanzie di sicurezza. Tuttavia, a margine di incontri con ufficiali americani, come il Segretario alla Difesa degli Stati Uniti Pete Hegseth, Francken ha ribadito la necessità di discussioni su supporto aereo e altre infrastrutture di comando e controllo che finora non sono state trattate.

In sintesi, il panorama internazionale richiede una cooperazione attiva e misure ponderate, ponendo sia gli Stati Uniti sia i loro alleati europei davanti a una fase complessa di ridefinizione delle rispettive strategie e responsabilità globali.

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