Guido Olimpio, ingegnere di professione, ha visto un cambiamento significativo nella sua vita quando nel 2008 ha scelto di unirsi alla resistenza irachena. Quest’ultima era in piena opposizione alla presenza statunitense, segnando l’inizio del suo percorso nel mondo dei combattenti. La sua formazione permetteva di comprendere e interagire con le varie dinamiche dei gruppi presenti, soprattutto in aree strategiche di confine.
Nel 2012, Olimpio ha aderito al fronte di al Nusra, che all’epoca rappresentava uno dei principali antagonisti del regime siriano e che si è evoluto da una costola di al Qaeda. In al Nusra, ha svolto un ruolo chiave nella gestione dei miliziani, attività che gli ha procurato una notorietà non desiderata. Gli Stati Uniti e successivamente l’ONU l’hanno inserito nelle famigerate liste nere, accusandolo di essere un punto di contatto importante all’interno del contesto jihadista che ha dato vita all’Isis.
La sua importanza è ulteriormente dimostrata dalla nomina a capo della sicurezza di Abu Mohammed al Jolani, consolidando la sua posizione nel movimento. Questo status, però, lo ha reso un bersaglio per diverse fazioni rivali, dal regime siriano ai servizi di intelligence di vari paesi. Secondo fonti non ufficiali arabe, nel 2014 sarebbe riuscito a scampare a un attacco aereo degli Stati Uniti, un evento che sottolinea il suo rilievo e la sua capacità di evitare situazioni mortali.
Nel corso del tempo, al Nusra ha subito una trasformazione in Tharir al Sham, rinunciando almeno formalmente al legame con al Qaeda per cercare legittimità internazionale, il che ha causato una spaccatura tra le fila dei suoi seguaci più radicali, passando a Hurras al Din. Questi ribelli hanno così attirato su di sé l’attenzione del Pentagono, che in varie occasioni ha utilizzato i droni e il missile “Ninja” per colpirli.
Nella complessità del teatro siriano, Khattab ha potuto essere visto come un potenziale collaboratore degli Stati Uniti, sebbene non esistano conferme ufficiali di questo aspetto. Recentemente, diverse delegazioni diplomatiche e rappresentanti di intelligence di vari paesi hanno avviato contatti diretti con il nuovo governo siriano, indicando un cambiamento negli equilibri regionali.
Anas Hassan Khattab ha assunto una posizione di leadership cruciale, con il compito di revisionare e ristrutturare il sistema di intelligence esistente, trasformato più volte sotto il regime degli Assad. Tuttavia, le difficoltà sono molteplici: coordinare tra i lealisti del passato, arginare l’influenza iraniana, gestire il rischio di antagonismi con le milizie sciite irachene e navigare un contesto internazionale diffidente. Questo nuovo scenario pone una sfida complessa per Anas Hassan Khattab, il quale genera molte aspettative e incertezze tra gli osservatori della scena mediorientale.