Domenica, una corte turca ha ordinato l’incarcerazione del sindaco di Istanbul, Ekrem İmamoğlu, una figura di spicco nell’opposizione politica al presidente Recep Tayyip Erdoğan. La detenzione di İmamoğlu ha suscitato vaste proteste, mentre le autorità lo accusano di corruzione e di collaborare con un’organizzazione terroristica. Secondo i pubblici ministeri, İmamoğlu è sospettato di guidare un’organizzazione criminale e attende ora un processo. Il Ministero dell’Interno ha comunicato la sua sospensione dalle funzioni di sindaco, considerandola una “misura temporanea”.

In relazione alla vicenda, sono stati emessi mandati di arresto per quasi un centinaio di persone collegate a İmamoğlu, tra cui Murat Ongun, il suo consulente per la comunicazione, come riportato dalla CNN basandosi su fonti locali dell’agenzia Anadolu. Gli inquirenti sostengono che la corte abbia deciso di imprigionare İmamoğlu per il sospetto coinvolgimento in attività criminali che includono accettazione di tangenti, estorsione, registrazione indebita di dati personali e manipolazione delle gare d’appalto, secondo l’AP.

İmamoğlu è stato trasferito al carcere di Silivri, situato a ovest di Istanbul, subito dopo la decisione giudiziaria. Elettosi sindaco della città più popolosa della Turchia nel 2019, İmamoğlu si presenta come una potenziale figura presidenziale per il Partito Repubblicano del Popolo, che attualmente rappresenta l’opposizione. Quest’ultimo ha criticato le accuse come azioni politicamente orientate, definendole un “tentativo di colpo di Stato”.

Ore prima del suo arresto, İmamoğlu aveva pubblicato un messaggio su X, affermando che i “muri della paura” erano stati abbattuti e che il popolo si stava unendo, in riferimento a una manifestazione prevista per la sera di sabato nel parco di Sarachane a Istanbul.

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