Nel prestigioso complesso residenziale Alye Parusa, situato nella benestante periferia nord-ovest di Mosca, è avvenuto un attentato dinamitardo che ha colpito Armen Sarkisyan, il fondatore del battaglione paramilitare ArBat. Il luogo, noto per ospitare personalità dell’élite russa e caratterizzato da misure di sicurezza straordinarie, fa emergere interrogativi sulla sicurezza stessa della capitale russa. Questo episodio invia un segnale inquietante al governo, mettendo in evidenza vulnerabilità che non possono essere ignorate.

Sarkisyan, originario dell’Armenia e cresciuto a Gorlovka nella regione di Donetsk, era noto non solo per la sua attività sportiva come presidente della Federazione di pugilato della Repubblica di Donetsk, ma anche per il suo fervente impegno nella lotta contro il regime ucraino. Fondatore del battaglione ArBat, un’unità composta da volontari di origine armena, Sarkisyan aveva ricoperto un ruolo significativo nel conflitto tra Russia e Ucraina, contribuendo a diverse operazioni sul campo a fianco delle truppe russe.

L’esplosivo è stato fatto deflagrare alle 9 e 50 del mattino, suggerendo che possa essere stato collocato nell’atrio del complesso tramite un escamotage simile a quello utilizzato nell’assassinio del generale Igor Kirillov. Si ipotizza inoltre che gli attentatori abbiano utilizzato un appartamento affittato temporaneamente, per ottenere accesso privilegiato e osservare i movimenti di Sarkisyan senza destare sospetti.

Il passato di Sarkisyan è emblematico della complessità socio-politica della regione. Affiliato ai circoli malavitosi di Gorlovka negli anni Novanta, avrebbe avuto rapporti con l’ex presidente ucraino Viktor Yanukovich. Tuttavia, il suo impegno nelle questioni del Donbass e la guida del battaglione ArBat hanno cementato la sua immagine di combattente per l’autonomia delle regioni russofone in Ucraina.

L’attentato ha innescato reazioni e speculazioni riguardo ai responsabili, con alcune frange nazionaliste russe pronte a puntare il dito contro strutture legate all’Ucraina. Sergey Markov, ex consigliere di Vladimir Putin, ha evidenziato il significato simbolico di questo atto, sottolineando come sia un chiaro avvertimento alla leadership russa. Le relazioni strette di Sarkisyan con personalità di spicco come il presidente ceceno Kadyrov e il comandante Alaudinov mostrano l’intricata rete di alleanze e inimicizie che permeano l’ambiente.

Questo evento funesto non solo mette a nudo le sfide interne alla sicurezza della Russia ma rafforza anche l’urgenza di un consolidamento delle difese interne. Le dinamiche del conflitto in corso con l’Ucraina si insinuano nei contesti più protetti, dimostrando che nessun luogo è del tutto sicuro da infiltrazioni e atti di violenza mirata.

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