Il Primo Ministro francese François Bayrou ha ottenuto un’importante vittoria politica, riuscendo a evitare la censura del suo governo da parte della maggior parte del Partito Socialista di opposizione, che solo poche ore prima era pronto a votare una mozione di sfiducia. Bayrou ha concluso l’accordo con i Socialisti inviando una lettera alla loro dirigenza all’ultimo minuto, rafforzando il suo impegno a riaprire i negoziati su una controversa legge del 2023 che aveva aumentato l’età pensionabile. Il Primo Ministro ha anche accettato alcune altre richieste del partito di centro-sinistra, come il blocco dei tagli agli impieghi nel settore dell’educazione pubblica proposti dal precedente governo.
Olivier Faure, leader del Partito Socialista, ha dichiarato ai legislatori che “non ci vergogniamo di negoziare” e che pur rimanendo all’opposizione, il partito ha mostrato apertura al compromesso. I Socialisti avevano in precedenza indicato che avrebbero potuto sostenere la mozione di sfiducia se non avessero ricevuto garanzie sulla riapertura del dibattito sulle pensioni in parlamento, anche nel caso di un fallimento dei negoziati. Tuttavia, Faure ha precisato che la decisione di non votare la mozione non deve essere interpretata come parte di un accordo a lungo termine, e che i Socialisti potrebbero decidere di sfiduciare il Primo Ministro in qualsiasi momento.
Bayrou, pur prevedendo di superare il voto di giovedì, che non ha raggiunto i 288 voti necessari per rimuoverlo, ha ottenuto un vantaggio politico coinvolgendo i Socialisti. Questo è un buon segnale per il suo futuro politico, che sembrava incerto quando è diventato il quarto premier della Francia in un anno solare, lo scorso dicembre. Come il suo predecessore Michel Barnier, Bayrou sta cercando di far passare un bilancio impopolare, destinato a contenere il deficit crescente della Francia, in un parlamento diviso e poco incline al compromesso.
I Socialisti, la fazione di centro più moderata all’interno dell’alleanza pan-sinistra del Nuovo Fronte Popolare, si sono detti disposti a collaborare con il nuovo governo per la stabilità, pur ribadendo che la loro cooperazione dipenderebbe dalla sospensione della legge sulle pensioni, che ha elevato l’età pensionabile da 62 a 64 anni per la maggior parte dei lavoratori. Bayrou non ha sospeso la riforma, sostenendo che farlo costerebbe allo stato miliardi in un periodo in cui è necessario ridurre la spesa pubblica. Ha invece promesso di convocare nuovi tavoli di discussione con rappresentanti del settore e sindacati. Se da questi colloqui scaturiranno un nuovo accordo o emendamenti alla legislazione attuale, le modifiche concordate verranno sottoposte al parlamento, purché non compromettano la solvibilità del sistema pensionistico francese. In caso contrario, le attuali disposizioni, compreso l’aumento dell’età pensionabile, rimarranno in vigore.
Il resto del Nuovo Fronte Popolare e alcune organizzazioni sindacali sostengono che la proposta di Bayrou non abbia possibilità di successo poiché i rappresentanti del settore favoriscono la riforma. La decisione dei Socialisti garantisce a Bayrou una certa sicurezza per ora, ma la sua posizione resta precaria con l’apertura delle discussioni sul bilancio. Il Rassemblement National di estrema destra non ha votato la mozione di sfiducia, preferendo consentire al Primo Ministro di governare, ma non ha fornito alcuna garanzia per il futuro.