A Bruxelles, il ripristino dei legami energetici con la Russia è stato definito “illusorio” dal Ministro dell’Energia belga, Mathieu Bihet. Nonostante in Europa si stiano alzando diverse voci favorevoli a riprendere le importazioni da Mosca, il ministro belga ha espresso il suo scetticismo riguardo a questa possibilità, sottolineando che ritornare a rapporti commerciali consueti come se nulla fosse accaduto è irrealistico. Nel suo confronto con i media internazionali, Bihet ha evidenziato come si tratti di una tematica che, sebbene stimolante per alcuni, non appare concretamente fattibile in questo momento.
La dichiarazione di Bihet riflette la posizione del nuovo governo belga, guidato dal primo ministro Bart De Wever, che ha adottato una linea più conservatrice, continuando a sostenere la graduale riduzione delle importazioni di gas naturale liquefatto dalla Russia, sebbene senza spingersi fino a proporre un divieto totale. Ha sottolineato l’importanza di proseguire sulla strada del ridimensionamento di queste importazioni, asserendo che mantenere stabili i flussi di gas significava continuare a finanziare la guerra e ha spronato a chiudere i rubinetti per fermare tale finanziamento.
Le dichiarazioni del ministro emergono in un contesto in cui si discute un potenziale ripristino delle forniture energetiche russe in Europa. Infatti, il Cremlino ha recentemente annunciato negoziati con Washington per riattivare i gasdotti come il Nord Stream, mentre in Germania, rappresentanti politici conservatori hanno lasciato intendere che potrebbero, in futuro, riaprire i collegamenti energetici con Mosca una volta al potere. Paesi come Italia e alcune tra le maggiori compagnie energetiche europee sembra possano appoggiare l’idea, ma Bihet esprime dubbi riguardo a un possibile ritorno ad accordi passati, soprattutto alla luce delle questioni di pace e territorio in Ucraina.
Sebbene il Belgio risulti tra i principali importatori di gas naturale liquefatto russo nell’Unione Europea, insieme a Francia e Spagna, Bihet insiste sulla necessità di un coordinamento con i paesi vicini prima di avallare un divieto definitivo. Bruxelles ha fissato un termine informale al 2027 per cessare le importazioni di combustibili fossili da Mosca, ma i dettagli su come procedere rimangono ancora vaghi. A questo proposito, mentre la Spagna esprime supporto per un divieto di importazione, la Francia esita a modificare la propria politica sul gas naturale liquefatto.
Parallelamente, Bihet promuove una diversificazione delle fonti energetiche puntando sul nucleare, che in passato aveva incontrato resistenze. Ha proposto l’abolizione della legge che vieta la costruzione di nuovi reattori e vede l’energia nucleare come un’opportunità per affrontare il problema della dipendenza energetica russa e stimolare la reindustrializzazione del Belgio. Il Belgio, tra i membri dell’alleanza pro-nucleare guidata dalla Francia, aspira a raddoppiare la capacità nucleare installata entro il 2050 per affrontare le crescenti sfide energetiche dopo l’invasione dell’Ucraina.
In sintesi, Bihet sostiene che, per alleviare la dipendenza energetica dall’estero e fronteggiare i bisogni industriali del paese, sia prioritario un incremento dell’energia nucleare, sollecitando un maggiore supporto da parte dell’Unione Europea, sia in termini di finanziamenti che di coordinamento delle politiche energetiche a livello comunitario.