Venerdì sera, cinque partiti hanno finalmente accettato di formare un nuovo governo di coalizione in Belgio, mettendo fine a mesi di complesse trattative e aprendo la possibilità per Bart De Wever, il nazionalista fiammingo, di assumere la guida del governo come primo ministro. Conner Rousseau, leader di Vooruit, uno dei partiti coinvolti nel nuovo esecutivo, ha sottolineato che, dopo un lungo periodo di sette mesi, il paese può finalmente contare su un governo. Rousseau ha messo in luce le significative divisioni che i partiti hanno dovuto superare per arrivare a questo accordo e ha predetto che, nonostante le critiche e le informazioni distorte che circoleranno, molte persone saranno orgogliose del coraggio dimostrato nel prendere decisioni.
Tuttavia, affinché l’accordo sia completo, i negoziatori devono ancora ottenere l’approvazione formale dai loro rispettivi partiti. I colloqui per la coalizione tra l’Alleanza Fiamminga Nuova (N-VA) guidata da De Wever, il Movimento Riformista (MR) francofono, i Les Engagés centrisi, il partito cristiano fiammingo e il partito fiammingo centriso Vooruit – soprannominato “coalizione Arizona” per i colori della bandiera statunitense – hanno affrontato diversi ostacoli lungo il percorso. Le elezioni che si sono tenute a giugno in Belgio hanno avuto un esito imprevisto: nella regione tipicamente di sinistra della Vallonia, nel sud, il MR ha prevalso, mentre il N-VA di De Wever ha mantenuto la sua influenza nella Fiandra del nord, superando i rivali di estrema destra.
Nonostante le aspettative di una più facile formazione di una coalizione translinguistica, le trattative si sono spesso bloccate su questioni di bilancio. Il re del Belgio, Philippe, ha concesso ripetute dilazioni a De Wever per consentirgli di arrivare a un’intesa. Tuttavia, un ultimatum reale ha messo pressione su De Wever, chiedendo la formazione di un nuovo governo entro la fine di gennaio, altrimenti sarebbero state necessarie nuove elezioni.
Sotto questa pressione, i negoziatori dei partiti hanno intensificato gli sforzi, partecipando a intensi colloqui presso l’Accademia Militare Reale nella fase finale della settimana scorsa, per chiudere le trattative entro venerdì. Alla fine, un accordo è stato raggiunto dopo prolungate discussioni condotte vicino alle istituzioni dell’Unione Europea a Piazza Schuman, dato che i piani originali per incontrarsi al castello di Val Duchesse erano stati abbandonati per problemi tecnici con riscaldamento e docce.
Il nuovo governo affronta molte questioni lasciate irrisolte durante il lungo stallo dei negoziati. Infatti, durante questo periodo, il Belgio ha mancato diverse scadenze importanti, come la nomina di un commissario europeo e la presentazione dei bilanci alla Commissione Europea, che è ancora una questione aperta. Nella transizione, il primo ministro ad interim, Alexander De Croo, ha guidato il paese, ma il governo appena stabilito dovrà affrontare un’ampia agenda di compiti posticipati.
Il partito di De Wever, che promuove l’indipendenza delle Fiandre, ha modificato la sua strategia verso il “confederalismo”, un sistema che propone una divisione dei poteri più ampia tra le regioni e il governo centrale. Tuttavia, l’idea di De Wever come primo ministro, che dovrebbe rappresentare la nazione intera, suscita dibattiti anche tra i membri del suo stesso partito, come evidenziato da Jan Peumans, che ha sottolineato la sfida di bilanciare gli interessi delle Fiandre con quelli del Belgio.
Le discussioni si sono concentrate su importanti riforme economiche per ridurre il deficit di bilancio, ma le questioni relative alla rappresentanza linguistica tra gruppi francofoni e olandesi mantengono una certa criticità, specialmente a Bruxelles. Nonostante gli accordi linguistici raggiunti dai due principali gruppi della capitale, un governo congiunto rimane un punto di discordia. Il leader del Partito Socialista francofono, Ahmed Laaouej, ha escluso una coalizione a Bruxelles con il partito di De Wever, irritato dalle proposte per ridurre i consueti meccanismi di controllo a favore della minoranza linguistica olandese nella capitale belga.