Nel suo ultimo discorso alla Nazione dal celebre Studio Ovale, il presidente uscente Joe Biden ha sottolineato l’importanza fondamentale della separazione dei poteri. Preoccupato per la crescente concentrazione di potere e ricchezza nelle mani di pochi, ha esortato gli americani a riflettere sull’oligarchia nascente, che potrebbe mettere a rischio l’intera democrazia. Biden ha avvertito del pericolo rappresentato dai giganti della tecnologia e da potenti lobby industriali, evidenziando la marea di disinformazione che si propaga attraverso i social media. È cruciale, secondo lui, che tali piattaforme siano chiamate a rispondere per le loro azioni.
Il presidente ha riaffermato che il potere esecutivo non deve essere un baluardo di impunità, sostenendo che nessun presidente dovrebbe sfuggire alle conseguenze legali dei crimini commessi durante il mandato. Nonostante un indice di gradimento al minimo storico del 36,7%, Biden ha preferito non insistere sui propri successi, ritenendo che gli effetti delle sue politiche si sentiranno solo con il tempo.
Tra i temi affrontati, ha menzionato la reintroduzione dell’industria dei semiconduttori nel Paese, la diminuzione dei costi dei farmaci, la regolamentazione sull’uso delle armi, e i rapporti con la NATO e l’Ucraina. Ha anche fatto riferimento alla competizione con la Cina, ribadendo l’importanza del recente cessate il fuoco tra Israele e Hamas, frutto degli sforzi della sua amministrazione.
Rivolgendosi al domani, Biden ha messo in guardia dai pericoli del cambiamento climatico e delle conseguenze negative dell’intelligenza artificiale, se lasciata senza controllo. Si è detto preoccupato che i progressi conseguiti venissero cancellati per rincorrere potere e profitto.
In conclusione, il presidente ha espresso la propria visione delle istituzioni libere, compresa una stampa indipendente, come colonne portanti della democrazia americana. Nonostante le critiche ricevute, l’eredità di Biden, secondo i suoi consiglieri, potrebbe essere giudicata con maggiore indulgenza dalla storia futura. Come osservato da David Axelrod, ex stratega di Obama, il discorso di addio è stato in effetti una “lettera d’amore” al Paese, ribadendo la possibilità di realizzare il sogno americano, messa in pericolo dalla crescente disuguaglianza.
Il presidente ha insistito sul fatto che l’identità dell’America, basata sull’opportunità di crescita personale e collettiva, è minacciata da una ristretta cerchia di potenti che si dispensa dalle regole e dai doveri fiscali. Il suo discorso ha rappresentato un invito alla riflessione e alla vigilanza, nell’auspicio di un futuro più equo e sostenibile.