Joe Biden ha perseguito il sogno di diventare presidente degli Stati Uniti per decenni, e nel 2020 finalmente ha raggiunto l’obiettivo, dimostrando a scettici e critici la sua determinazione. La sua amministrazione ha ottenuto importanti successi legislativi, come l’approvazione dell’Inflation Reduction Act, e ha fatto la storia nominando la prima donna afroamericana come vicepresidente e un’altra alla Corte Suprema. Tuttavia, la sua presidenza è stata caratterizzata anche da errori significativi, come il caotico ritiro dall’Afghanistan, e da preoccupazioni persistenti per la sicurezza delle frontiere e l’alto tasso di inflazione.
Un aspetto che attualmente offusca i suoi traguardi è la sua esclusione dalla campagna elettorale del 2024 dovuta a preoccupazioni riguardo al suo stato cognitivo. Da questo contesto emerge l’elezione di Donald Trump, che Biden aveva in passato sconfitto e definito una minaccia alla democrazia americana.
Gli storici potrebbero rivalutare il lascito di Biden con il passare degli anni, man mano che i suoi successi e fallimenti saranno inquadrati in un contesto più ampio, specialmente considerando l’eventuale secondo mandato di Trump. Il quesito che si pone è se Biden sarà infine considerato un presidente particolarmente inadeguato o se la storia gli riserverà un giudizio più benevolo nel tempo.
L’opinione degli storici su come sarà ricordata la presidenza di Biden varia significativamente. Secondo Sean Wilentz, docente a Princeton, Biden potrebbe essere paragonato a presidenti come Jimmy Carter e George H.W. Bush, i quali alla fine ricevettero riconoscimenti per i loro successi legislativi, nonostante i limiti dei loro mandati. Potrebbe essere ricordato positivamente per aver guidato la ripresa economica post-Covid e per aver galvanizzato la NATO a supporto dell’Ucraina contro l’invasione russa. Tuttavia, se le cose dovessero andare diversamente, potrebbe essere l’ultimo presidente a rispettare il primato del diritto e a rappresentare ciò che una volta era considerato il mondo libero.
Tevi Troy, ex assistente alla Casa Bianca e storico presidenziale, sottolinea come Biden si sia trovato a perseguire riforme ambiziose simili a quelle di FDR e LBJ, ma senza i necessari sostegni in Congresso, rischiando così di oltrepassare il suo mandato. Una tragica ironia della sua presidenza è l’accusa di essere diventato troppo anziano per il ruolo proprio mentre lo aveva finalmente raggiunto, e come questo abbia influito sul ritorno di Trump.
Victor Davis Hanson, storico militare, vede la presidenza di Biden come un periodo di divisioni e radicalismo, con inflazione elevata, debiti massicci, e politiche controverse. Secondo lui, l’incapacità cognitiva di Biden, tenuta nascosta dai media e dal personale, ha portato al suo ritiro forzato come candidato democratico, facilitando il ritorno di Trump.
D’altro canto, Keisha N. Blain, specialista di studi africani, mette in rilievo il contributo di Biden al progresso delle donne afroamericane nella leadership politica, riconoscendo il suo impegno nel creare opportunità in tale ambito, un punto culminante nella storia politicamente impegnata delle donne afroamericane.
La storia potrà fornire un quadro più chiaro nell’analizzare l’eredità di Joe Biden nei prossimi anni, valutando in modo più completo i suoi contributi e le sue mancanze.