A Berlino, all’inizio del 2025, l’era di Putin ha raggiunto il suo venticinquesimo anno e un giorno. Il biologo settantunenne Oleg Orlov, ormai da due decenni dissidente, riflette sul suo passato e presente, lontano dalla sua amata Russia. La sua carriera di oppositore comincia nel 1979 con la distribuzione di volantini contro la guerra in Afghanistan e si consolida nel 1989 con la fondazione di Memorial, l’organizzazione per i diritti umani insignita del Premio Nobel per la Pace nel 2022. Nonostante il suo impegno incensurato per molti anni, un articolo sul “nuovo fascismo russo” gli ha procurato una condanna a più di due anni di reclusione nel 2022. Orlov è stato rilasciato il 1° agosto 2024, rifiutando di chiedere la grazia, ma le sue aspirazioni di ritorno in patria devono affrontare la paura dell’arresto.

Orlov ricorda come il despota avesse dimostrato la sua natura fin dall’inizio, con l’immediata violazione dei diritti in Russia e le operazioni imperialiste nel Caucaso. L’Europa, sebbene avesse intravisto segnali, continuava ad affermare “non esageriamo” mentre acquistava gas russo. Le tendenze autoritarie si sono acuite in momenti chiave, come il discorso di Monaco del 2007 e l’invasione della Crimea nel 2014. Nel 2012 le proteste contro il ritorno alla presidenza di Putin hanno scatenato una repressione che gettò l’ombra della paura su chiunque osasse opporsi.

I cambiamenti del popolo russo sono evidenti per Orlov: l’annullamento della volontà politica individuale, sostituita da un ripiego nell’ambito privato e una condizione di paura dominante. Le elezioni sono diventate un teatro, la guerra ha alienato famiglie e amici, e la paura ha soffocato qualsiasi iniziativa politica. La sorveglianza locale attuata dai funzionari ricorda il periodo di Brezhnev.

In Germania, dove molti prigionieri politici si sono trasferiti, Orlov mantiene stretti contatti con altri dissidenti attraverso una chat comune. Tra loro, spiccano nomi come Liliya Chanysheva e Ilya Yashin, impegnati in manifestazioni e campagne. Orlov si commuove al pensiero di giovani come Kevin Lik, arrestato a soli 18 anni e ora libero di proseguire gli studi.

Il gruppo si adopera per delineare strategie politiche pratiche da attuare in caso di morte di Putin, consapevole del pericolo che un successore altrettanto repressivo prenda il potere. Senza una figura unificante come il defunto Navalny, Orlov riconosce la difficoltà di una solida opposizione e teme che gli interessi economici spingano alcune nazioni a mantenere rapporti ambigui con la Russia mentre si sacrificano dissidenti.

Orlov esprime preoccupazione per l’evoluzione politica mondiale, con l’elezione di Donald Trump e l’ascesa delle destre. A chi ancora lotta, come la giornalista italiana Cecilia Sala detenuta in Iran, consiglia di non perdere la speranza, mantenendo sempre viva la propria identità.

Nel suo percorso di prigionia e successiva liberazione, Orlov ha sperimentato trattamenti disumani ma sorprendentemente si sente meglio di quanto avesse previsto, sostenuto dalla speranza di un ritorno migliorato nel suo amato paese.

6 pensiero su “Biologo dissidente Orlov: due decenni di opposizione e il sogno di tornare in Russia”
  1. È incredibile quanta determinazione ha quest’uomo. Nonostante tutto ancora spera di tornare migliorato in Russia. Un vero esempio di resilienza.

    1. Assolutamente, la sua capacità di perseverare nonostante le avversità è davvero ammirevole. Dimostra come la forza di volontà e la resilienza possano portare a risultati straordinari, indipendentemente dalle circostanze.

  2. Non capisco come mai nessuno fai niente per cambiare sto schifo in Russia… possibile che a nessuno gliene freghi niente?

    1. La situazione in Russia è complessa e molti fattori influenzano l’abilità e la volontà delle persone di agire. Ci sono movimenti e individui che cercano di portare cambiamenti, ma affrontano ostacoli significativi, come la repressione governativa e la mancanza di libertà d’espressione. Anche la pressione internazionale gioca un ruolo, ma il cambiamento non avviene facilmente o rapidamente in contesti così difficili.

  3. Questo Orlov ne ha passate di cotte e di crude, chissà quanto ha sofferto per amore della sua patria. Non tutti avrebbero avuto il suo coraggio.

    1. Senza dubbio, la dedizione di Orlov alla sua patria è ammirevole. Le sue esperienze dimostrano una forza d’animo che non tutti possiedono. È un esempio di come il sacrificio e il coraggio possano emergere nei momenti più difficili.

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