Una corsa frenetica è in atto per determinare le cause esatte del blackout che ha colpito Spagna e Portogallo lunedì, lasciando milioni di persone senza accesso ai servizi essenziali moderni. Le ripercussioni di questo evento avranno un impatto significativo non solo sui due paesi colpiti, ma su tutta l’Europa. L’Unione Europea ha da tempo sollecitato la penisola iberica a migliorare i collegamenti con le reti energetiche europee, data la sua posizione isolata nel contesto energetico continentale. Già durante la crisi, gli esperti discutevano se una connessione più stretta con le altre reti europee avrebbe potuto prevenire l’ampiezza di questo blackout o semplicemente estendere il rischio ad altre nazioni. Inoltre, vi erano preoccupazioni che l’interruzione potesse essere il frutto di un attacco informatico, sebbene nessun indizio concreto sia emerso in tal senso.

Eduardo Prieto, direttore dell’operatore della rete spagnola Red Eléctrica, ha affermato che l’episodio è stato innescato da una forte oscillazione nella rete che ha portato alla sua disconnessione dal sistema europeo e, conseguentemente, al collasso della rete iberica. In una tarda conferenza stampa, il primo ministro spagnolo Pedro Sánchez ha avvertito che il ripristino completo dell’energia potrebbe richiedere più tempo del previsto, definendo l’accaduto come “un evento senza precedenti”. Mentre le autorità restano caute nelle ipotesi sulle cause del collasso, Sánchez ha assicurato che ogni possibilità sarà considerata nell’indagine in corso.

Il ripristino elettrico si è rivelato complicato e richiede passi tecnici meticolosi. Leonardo Meeus, professore esperto in energia presso l’Istituto Universitario Europeo, ha spiegato che la riattivazione del sistema dipende da generatori speciali come quelli idroelettrici. La cooperazione internazionale ha giocato un ruolo cruciale, con la Francia che ha fornito 700 megawatt di energia alla Spagna. In serata, l’energia è stata ripristinata in diverse regioni grazie anche al supporto delle reti francese e marocchina.

I sistemi energetici della Spagna e del Portogallo sono strettamente interconnessi, con limitati collegamenti con il resto dell’Europa. L’Unione Europea ha incoraggiato a lungo la costruzione di più interconnessioni per migliorare la sicurezza energetica. Tuttavia, non è stato dimostrato che un incremento dei collegamenti avrebbe evitato il blackout. Mentre potrebbero migliorare l’equilibrio tra domanda e offerta, potrebbero anche esporre altri paesi a instabilità.

Riguardo alla possibilità di un attacco informatico, le autorità hanno esaminato attentamente la questione ma non hanno trovato prove concrete di sabotaggi. Anche se il sospetto di attacchi informatici è frequente a causa della posizione politicamente sensibile della Spagna, le autorità europee restano caute nel formulare conclusioni affrettate.

La questione delle energie rinnovabili è centrale nel dibattito. Sebbene Spagna e Portogallo facciano ampio uso di energia verde, non vi sono indicazioni che questo abbia creato il blackout. Le reti, ormai abituate a gestire grandi quantità di energia rinnovabile, non dovrebbero essere state compromesse da questo fattore.

Questo articolo è il risultato di un lavoro congiunto tra diversi giornalisti: Gabriel Gavin da Tallinn, Aitor Hernández-Morales, Sam Clark e Victor Jack da Bruxelles, Max Griera da Barcellona, e Joe Stanley-Smith da Florianópolis, Brasile.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *