Bruxelles è attualmente al centro dell’attenzione a causa di una grave ondata di violenza che ha travolto la città in seguito a violenti scontri tra bande coinvolte nel traffico di droga. Gli scontri hanno portato a preoccupazioni crescenti riguardo la sicurezza pubblica, con eventi drammatici come sparatorie con armi automatiche tipo AK-47 in luoghi affollati della capitale belga. Un rappresentante del parlamento locale ha persino messo in relazione l’attuale situazione della città con la famosa serie televisiva americana The Wire, che esplora temi di criminalità e droga.
Mercoledì mattina, due uomini mascherati hanno aperto il fuoco fuori dalla stazione della metro di Clemenceau, situata nella parte ovest della città. Una seconda sparatoria ha avuto luogo nelle prime ore del mattino di giovedì nella zona di Saint-Josse, vicino al Quartiere Europeo, seguita da un altro scambio di fuoco la notte stessa, sempre a Clemenceau. In ciascuno di questi episodi, i responsabili inizialmente sono riusciti a sfuggire, come confermato dall’Ufficio del Procuratore Pubblico di Bruxelles. Tuttavia, un sospetto legato alla sparatoria di Clemenceau è stato finalmente arrestato giovedì pomeriggio. Tre feriti risultanti da questi scontri hanno spinto le autorità cittadine a reagire.
Il sindaco di Bruxelles, Philippe Close, ha indetto una riunione straordinaria giovedì con gli altri sindaci dei vari municipi per discutere e affrontare le crescenti preoccupazioni sulla sicurezza. Dichiarando una situazione di “emergenza”, Jean Spinette, sindaco di Saint-Gilles, ha sottolineato che i problemi legati alla droga e alla criminalità non sono nuovi per Bruxelles. La vastità del porto di Anversa, nel nord del Belgio, rende infatti il paese una porta d’ingresso per enormi quantità di cocaina e altre droghe illegali, alimentando la criminalità organizzata.
Il Procuratore Pubblico di Bruxelles, Julien Moinil, ha collegato le sparatorie al traffico di stupefacenti, descrivendo tali atti come ritorsioni per il controllo di territori contesi. Questi eventi si verificano mentre il nuovo governo belga si insedia, impegnandosi a una politica di “tolleranza zero” nei confronti della droga e pianificando una fusione delle sei zone di polizia della città in un unico dipartimento, per migliorare il coordinamento e aumentare l’efficacia nel contrasto alla criminalità.
L’assenza di un’amministrazione regionale, dovuta a blocchi politici post-elettorali, sta complicando ulteriormente la situazione, come sottolineato da alcuni esponenti politici locali. Christophe de Beukelaer, leader del partito Les Engagés, ha criticato l’attuale stallo politico, affermando che esso mette in pericolo la sicurezza dei cittadini di Bruxelles.
In risposta all’aumento della violenza, quaranta comitati di quartiere hanno inviato una lettera aperta, chiedendo misure concrete e immediate per ristabilire l’ordine e la sicurezza in città. “La sicurezza è una delle maggiori preoccupazioni dei cittadini di Bruxelles”, ha detto Spinette, sottolineando l’importanza di un’azione concertata, non solo a livello locale, ma anche con l’assistenza delle forze di polizia federale per affrontare efficacemente il traffico di droga.
Il neo Ministro dell’Interno del Belgio, Bernard Quintin, ha assicurato il suo impegno per affrontare queste problematiche, sottolineando che non si tratta di una competizione tra Anversa e Bruxelles, ma di una lotta per fermare l’ingresso delle droghe nel Paese. Mentre il governo si prepara ad agire, molti politici vedono questo frangente come un’opportunità per portare cambiamenti significativi nel migliorare la sicurezza della città. Con l’attrattiva internazionale di Bruxelles in bilico, le autorità sono invitate a intervenire in modo rapido ed efficace.