A Berlino, il governo tedesco ha affrontato un momento critico. Il cancelliere socialdemocratico Olaf Scholz, non vedendo più possibilità di proseguire, ha provocato la caduta del suo stesso esecutivo con una mozione di sfiducia. Un governo di sinistra ormai impopolare che non è riuscito a risollevare la nazione né a entrare in sintonia con la popolazione. Con una mossa senza precedenti, la Germania si prepara ora per elezioni anticipate, fissate per il 23 febbraio, nel bel mezzo dell’inverno, come stabilito dopo un’intesa tra i partiti e il presidente Frank-Walter Steinmeier.

La decisione del Bundestag si è conclusa con un voto di 207 favorevoli, 116 astenuti e 394 contrari. Olaf Scholz, seduto tra i banchi del Parlamento, ha ascoltato l’esito che di fatto lo rimanda a casa. Era stato lo stesso cancelliere a chiedere la fiducia per poi essere sfiduciato, essendo ormai insostenibili le condizioni per proseguire. Questo tipo di procedimento, previsto dall’articolo 68 della Costituzione tedesca, è un meccanismo di contenimento usato raramente, l’ultima volta accadde nel 2005 durante il governo di Gerhard Schröder.

Il destino di Scholz era segnato anche prima del voto, poiché con l’uscita dei liberali dal governo SPD-Verdi, l’esecutivo era rimasto in minoranza, privo della capacità di far passare qualsiasi proposta in Parlamento. Qualche brivido è stato causato dalla possiblità di un intervento dell’estrema destra dell’Afd, che avrebbe potuto prolungare l’agonia del governo per capitalizzare sul malcontento crescente, ma ipotesi di questo tipo sono state bloccate grazie all’astensione dei Verdi, impossibilitando matematicamente il raggiungimento dei 367 voti necessari a Scholz per restare in carica.

Il cancelliere, nel suo discorso di 25 minuti davanti al Parlamento, ha spiegato le ragioni della crisi, accusando i liberali di “sabotaggio”. Ha rilevato di non poter tollerare ulteriormente la “discordia” nella coalizione, che l’aveva portato persino a licenziare il ministro delle Finanze Lindner, sostenendo che la politica richiede “maturità morale”. Ha poi sottolineato l’importanza di investimenti per superare i sottoinvestimenti accumulati durante gli anni della cancelliera Angela Merkel, necessitando di una riforma del freno del debito che limita i bilanci in deficit.

Scholz ha delineato una visione per il futuro del Paese, proiettandolo verso tecnologie avanzate come l’energia eolica, i pannelli solari, il 5G, internet veloce, biotecnologia e intelligenza artificiale, affermando che recuperare il terreno perso sarà un “compito generazionale”. Ha auspicato un nuovo patto sociale e sottolineato il rispetto come parola chiave, promettendo anche tutele sulle pensioni.

Sul fronte internazionale, ha dichiarato di opporsi fermamente a qualsiasi concessione alla Russia di Putin, ma ha ribadito che durante la sua cancelleria non ci sarebbero stati soldati tedeschi sul suolo ucraino, privilegiando invece il supporto a Kiev con mezzi militari europei e lavorando per la pace.

Il discorso ha rispecchiato la visione di una sinistra pragmatica, riformista, sociale ma aperta al progresso e agli affari. Scholz ha concluso esprimendo la necessità di una Germania con più fiducia nelle sue capacità e nella sua democrazia, chiedendo fiducia ai cittadini. La risposta da Friedrich Merz, leader dell’opposizione CDU, è stata dura: «Lei un’occasione l’ha avuta, ma l’ha sprecata». Ora, secondo molti, potrebbe toccare a Merz raccogliere il testimone e ripartire lì dove Scholz ha interrotto.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *