I cinque membri rimanenti dell’ormai famigerato gruppo di trafficanti di droga noto come “Bali Nine” sono rientrati in Australia dopo aver scontato quasi vent’anni in prigioni indonesiane. Il primo ministro australiano, Anthony Albanese, ha confermato il ritorno in patria di Matthew Norman, Scott Rush, Martin Stephens, Si Yi Chen e Michael Czugaj tramite un comunicato diffuso domenica scorsa. Albanese ha espresso soddisfazione per il loro rientro e ha ringraziato il presidente indonesiano Prabowo Subianto per la sua “compassione”.
Il caso dei “Bali Nine” ebbe inizio nel 2005 quando le autorità indonesiane scoprirono nove giovani australiani nel tentativo di esportare illegalmente 8,3 kg di eroina da Bali, sostanza che nascondevano legata ai propri corpi. Gli arresti furono effettuati presso un aeroporto e un hotel di Bali dopo una segnalazione dalla polizia australiana. La vicenda divenne di dominio pubblico a livello internazionale particolarmente dopo l’esecuzione nel 2015, tramite fucilazione, dei due leader del gruppo, Andrew Chan e Myuran Sukumaran. Questo avvenimento accese tensioni diplomatiche tra l’Indonesia e l’Australia, con quest’ultima che richiamò temporaneamente il suo ambasciatore a Jakarta.
Gli altri membri dei “Bali Nine” ricevettero condanne a vent’anni o a ergastolo. Questo caso portò sotto i riflettori le severe leggi indonesiane in materia di droga, tra le più rigide a livello mondiale. Nel 2018, Tan Duc Thanh Nguyen, uno dei membri, morì in prigione a causa di un cancro, mentre Renae Lawrence, l’unica donna del gruppo, venne rilasciata dopo quasi 13 anni di detenzione e tornò in Australia.
I cinque uomini sono stati trasferiti domenica scorsa dall’aeroporto internazionale di Ngurah Rai a Bali a Darwin, nel nord dell’Australia, a bordo di un volo della compagnia aerea australiana Jetstar, come riportato dal ministro della giustizia indonesiano, Yusril Ihza Mahendra. Al loro arrivo, sono stati presi in carico dal governo australiano in qualità di “prigionieri”, senza che il presidente indonesiano avesse concesso loro una grazia. Il governo australiano ha dichiarato che i rientrati avranno l’opportunità di proseguire il loro percorso di riabilitazione e reintegrazione nel Paese natale.
La televisione australiana ABC ha riferito che gli uomini sono liberi di vivere senza ostacoli nella società australiana. Il governo Albanese ha precedentemente negoziato la liberazione di altre figure notorie, come il fondatore di WikiLeaks Julian Assange dal Regno Unito, la giornalista Cheng Lei dalla Cina e l’economista Sean Turnell da una prigione in Myanmar. Nel commentare il rientro, Albanese ha riconosciuto la gravità dei crimini commessi, ma ha sottolineato che, dopo aver trascorso 19 anni nelle carceri indonesiane, era giunto il momento per loro di tornare a casa.