Mercoledì i ministri europei si riuniranno a Bruxelles per discutere una questione urgente: l’escalation della guerra commerciale avviata dal presidente statunitense Donald Trump. La principale incertezza da affrontare è come dovrebbero rispondere a questo sviluppo. Un diplomatico dell’Unione Europea, che preferisce restare anonimo, ha sottolineato l’importanza di una reazione: “Dobbiamo rispondere. Non possiamo semplicemente starsene con le mani in mano.” Altri funzionari europei concordano sul fatto che la negoziazione rimane la soluzione più efficace, mentre alcuni propongono di combinare diverse strategie in risposta.

Reagire con troppa veemenza potrebbe suscitare l’ira del leader USA, noto per il suo carattere imprevedibile, mentre non rispondere adeguatamente potrebbe incoraggiarlo a proseguire nella sua linea dura. La situazione è resa ancora più complessa dall’avvicinarsi della scadenza per l’implementazione di nuovi dazi sui metalli importati negli Stati Uniti: dal 12 marzo, tariffe del 25% saranno applicate su acciaio e alluminio senza eccezioni per l’UE o il Regno Unito.

Gli Stati europei sono inoltre consapevoli che opporsi alla Casa Bianca potrebbe influenzare le decisioni di Trump su questioni più ampie, come il supporto americano all’Ucraina. Esiste il timore che una mossa avventata possa portare a cambiamenti significativi, inclusa una potenziale imposizione di un accordo di pace in Ucraina senza il coinvolgimento dell’Europa. Le tensioni aumentano ulteriormente dato che Trump ha precedentemente minacciato la Danimarca in relazione alla Groenlandia, evidenziando il suo approccio assertivo alle risorse internazionali.

Da tempo, sia l’Europa che il Regno Unito si preparano alla possibilità che Trump possa effettivamente imporre tariffe protettive, coerentemente con le promesse fatte durante la sua campagna elettorale. Ursula von der Leyen ha già discusso la questione a Parigi con il vicepresidente statunitense JD Vance. Nel frattempo, a Londra, il governo di Keir Starmer procede con cautela, cercando di equilibrare diplomazia e discrezione nelle sue interazioni con il presidente americano, evitando critiche pubbliche.

Il contesto generale evidenzia una posizione delicata per l’Europa, che necessita di una strategia attentamente bilanciata per tutelare i propri interessi economici senza compromettere le relazioni transatlantiche già complesse. L’incontro dei ministri sarà cruciale per delineare un approccio coordinato e ponderato in questa fase critica.

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