Nella giornata di mercoledì, ha sollevato una forte opposizione internazionale l’annuncio inaspettato del presidente statunitense Donald Trump riguardo alla Striscia di Gaza. Il leader americano ha espresso l’intenzione di prendere il controllo del territorio palestinese, con l’idea di trasformare quella che ha definito un’area devastata in una “Riviera del Medio Oriente”. Trump ha proposto lo spostamento forzato degli abitanti di Gaza verso paesi limitrofi come Giordania ed Egitto, suscitando indignazione sia tra le nazioni arabe sia tra i principali paesi europei.
Il ministro degli Esteri tedesco, Annalena Baerbock, ha espresso un netto rifiuto, sottolineando come tale piano fosse inaccettabile e contrario al diritto internazionale. In Francia, un portavoce ha definito la proposta “pericolosa” per la stabilità regionale, mentre dal Regno Unito, il Primo Ministro Keir Starmer ha asserito che i palestinesi devono poter ritornare nelle loro case e contribuire alla ricostruzione.
Il Presidente palestinese Mahmoud Abbas ha dichiarato che i diritti della popolazione palestinese, conquistati a caro prezzo nel corso dei decenni, non verranno violati. Dopo i devastanti danni causati dagli scontri tra Israele e Gaza, resta irrisolta la questione di come procedere per la ricostruzione, con Israele e gli Stati Uniti che sembrano privi di un piano praticabile.
Le trattative fra Hamas, che detiene il controllo della Striscia di Gaza, e Israele proseguono con la mediazione di Qatar ed Egitto, e il sostegno degli Stati Uniti, nel tentativo di concordare una strategia per il futuro del territorio. Il ministro degli Esteri egiziano, Badr Abdelatty, ha riaffermato l’impegno dell’Egitto verso i diritti inalienabili del popolo palestinese, discutendo con l’Autorità Palestinese riguardo a progetti di ricostruzione a Gaza.
Da decenni gli stati arabi hanno rifiutato l’idea di ulteriori trasferimenti forzati dei palestinesi, una posizione che si è ancor più consolidata con l’amministrazione Trump. In particolare, il ministero degli Esteri saudita ha avvisato l’amministrazione statunitense di evitare violazioni dei diritti del popolo palestinese, e ha chiarito che non normalizzerà le relazioni con Israele senza il rispetto di determinate condizioni.
Le preoccupazioni riguardo al piano di Trump hanno trovato eco anche al di fuori del Medio Oriente. Baerbock ha ribadito l’importanza che la popolazione civile di Gaza non possa essere trasferita o reinsediata forzatamente, avvertendo che una simile espulsione violerebbe il diritto internazionale e fomenterebbe nuovi conflitti.
Il primo ministro britannico Starmer, intervenendo nella discussione parlamentare, ha insistito sull’importanza di sostenere i palestinesi nella loro ricostruzione e nell’avanzare verso una soluzione a due stati.
Il resoconto di quanto accaduto è stato seguito da giornalisti posizionati in diverse città europee e mediorientali, evidenziando la portata globale delle dichiarazioni di Trump.