Per la prima volta nella storia della Francia, è stato emesso un provvedimento definitivo che limita la libertà personale di un ex presidente. Nicolas Sarkozy, che ha guidato il Paese dal 2007 al 2012, è stato condannato a tre anni di reclusione, di cui uno da scontare in modo effettivo con l’applicazione di un braccialetto elettronico, per reati di corruzione e traffico di influenza. A questa pena si somma un’interdizione dai pubblici uffici per tre anni, un fatto senza precedenti per un ex leader francese.
La decisione è stata ratificata dalla Corte suprema francese che, nella giornata odierna, ha respinto l’istanza di appello presentata dai legali dell’ex presidente. Inizialmente la sua condanna era stata sospesa, ma ora la sentenza è diventata esecutiva. L’avvocato di Sarkozy, Patrice Spinosi, ha dichiarato che il suo assistito rispetterà la decisione giudiziaria, pur annunciando l’intenzione di ricorrere alla Corte europea dei diritti dell’uomo per cercare rimedio alle presunte violazioni dei diritti avvenute nel corso del processo.
Condannato per aver orchestrato uno scambio corruttivo con il magistrato Gilbert Azibert, Sarkozy avrebbe cercato di ottenere informazioni riservate e influenza in un ricorso legale legato ad un altro caso, quello Bettencourt, in cambio dell’appoggio per una nomina in un prestigioso incarico a Monaco. Tale vicenda è conosciuta come “affaire Bismuth”, dal nome utilizzato da Sarkozy per le sue comunicazioni riservate a tal fine. Nonostante le smentite degli imputati, l’ex presidente insieme al suo avvocato Thierry Herzog è stato ritenuto colpevole.
Il prossimo mese, Sarkozy compirà 70 anni, età in cui potrebbe richiedere una revisione delle modalità di esecuzione della pena, in particolare la possibilità di non dover indossare il braccialetto elettronico. Tuttavia, ora spetta al giudice per l’esecuzione delle pene stabilire le modalità specifiche di tale misura restrittiva. La questione resta aperta anche alla luce del ricorso previsto alla giustizia europea.
