Alla consueta conferenza stampa di fine anno, il presidente russo Vladimir Putin ha dipinto un quadro ottimista dell’economia russa, lodato la simpatia percepita verso la Russia nella società italiana e proclamato l’imminente raggiungimento degli obiettivi prefissati in Ucraina. Almeno per quanto riguarda lui, tutto sembra calmo e stabile.

Nell’appuntamento che sintetizza milioni di domande dei cittadini, Putin, con un tocco di rammarico personale, ha ricordato l’episodio dell’ultima festa di compleanno dell’amico Gerhard Schröder. Qui, tutti avrebbero cantato in inglese, eccetto i suoi cosacchi di Kuban che hanno rispettato la tradizione cantando in tedesco.

Oltre a queste considerazioni, alcune affermazioni del presidente russo hanno fatto discutere. Alla domanda sull’economia, nonostante la crisi della valuta nazionale, Putin ha affermato che l’economia russa sta crescendo più velocemente rispetto all’Eurozona e agli Stati Uniti. Ha attribuito i risultati raggiunti al rafforzamento della sovranità russa, ma ha anche lanciato una critica alla Banca di Russia, giudicandola incapace di gestire adeguatamente il rublo.

Immancabile è stata l’esibizione della potenza militare, con una sfida indiretta agli avversari occidentali. Putin ha fatto riferimento al “nodo Kursk”, sottolineando l’importanza di risolvere quella questione prima di qualsiasi negoziato. Ha rassicurato il pubblico sulla liberazione della regione e ha mostrato la bandiera della 155ª brigata di marines, impegnata nel conflitto.

Per quanto riguarda le operazioni militari in Ucraina, Putin ha affermato che la situazione è cambiata radicalmente e che le truppe russe stanno avanzando lungo tutto il fronte, avvicinandosi agli obiettivi prefissati. Non è mancata una minaccia velata agli Stati privi di capacità nucleari.

Con i giornalisti occidentali, Putin ha adottato un tono meno rigido, parlando di compromessi politici e negoziati sempre stati disponibili dalla parte russa, ma rifiutati dall’Ucraina influenzata dagli alleati occidentali. Tuttavia, poco dopo, Putin ha respinto l’idea di un negoziato con il presidente ucraino, ponendo l’allontanamento di Zelensky o nuove elezioni come precondizione per il dialogo.

Inoltre, in risposta a una domanda su un giornalista americano scomparso, Putin ha risposto con fermezza, sottolineando che la Russia non è uno Stato indebolito.

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