Oggi, la Germania è chiamata alle urne per decidere il nuovo cancelliere federale, con un esito che, se non stravolgerà le previsioni, vedrà Friedrich Merz, candidato della Cdu-Csu, assumere la guida del Paese. Tuttavia, la vera incognita risiede nella configurazione del futuro governo: se Merz riuscirà a ottenere una solida maggioranza con due partiti o dovrà ricorrere a una complessa coalizione a tre.

Negli ultimi anni, Berlino ha adottato un ruolo quasi marginale nel contesto europeo, apparendo immobilizzata da una coalizione inefficace e priva di una guida forte. Olaf Scholz, il cancelliere uscente, non è riuscito a incarnare il ruolo di leader necessario per navigare tra le difficili acque delle politiche europee. Questa assenza tedesca, combinata con la crisi della leadership francese sotto Macron, ha generato un vuoto pericoloso proprio nel cuore dell’Europa.

L’arrivo al potere di Merz potrebbe segnare un cambiamento fondamentale. In un’Europa che si trova a un bivio esistenziale, con le pressioni internazionali e il ritorno di Donald Trump negli Stati Uniti, una rinnovata leadership tedesca potrebbe fungere da motore per il rilancio dell’Unione. Il profilo di Merz è quello di un politico con una solida esperienza in ambito europeo, avendo ricevuto l’influenza di Schäuble, fautore di un’unione europea forte basata sull’integrazione politica.

Merz intende instaurare nuove alleanze in Europa, promuovendo una cooperazione più stretta tra i Paesi del triangolo di Weimar – ossia Francia, Germania e Polonia – e allargandole a nazioni come Italia, Spagna e gli stati nordici e baltici. Tale politica mira a superare l’inefficiente sistema dell’unanimità che domina attualmente le decisioni importanti dell’UE. Attraverso coalizioni di “Paesi volenterosi”, si potrebbero affrontare sfide comuni come la difesa comune, l’aiuto all’Ucraina e le tecnologie emergenti.

Sul fronte interno, Merz si dimostra disponibile a riconsiderare la “Schuldenbremse”, aprendo alla possibilità di riformare o addirittura abolire il limite al deficit strutturale, che da troppo tempo frena investimenti cruciali per il Paese. A livello europeo, dopo il suo supporto al Next Generation EU, Merz si pone a favore di nuovi strumenti di finanziamento comune, particolarmente in ambiti difensivi.

Nel frattempo, l’attuale presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha riempito il vuoto di leadership grazie a un approccio autoritario alla gestione dell’UE. La potenziale rivalità tra Merz e von der Leyen potrebbe riportare in primo piano dinamiche di potere delicate all’interno del Partito Popolare Europeo, con la Germania di nuovo al centro del progetto europeo.

Alla luce di questi sviluppi, la capacità di Merz di restituire alla Germania un ruolo dominante, promuovendo dinamismo e innovazione, sarà cruciale non solo per il futuro del suo Paese, ma per l’intero continente europeo.

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