In una tranquilla mattina del 13 luglio, nella remota campagna del Colorado, la notizia di un tentato attentato contro l’ex presidente Donald Trump si diffonde rapidamente. Un giovane, Thomas Crooks, ha sparato da un tetto vicino a un comizio in Pennsylvania, colpendo Trump all’orecchio destro. L’ex presidente, ancora sanguinante, ha incitato la folla a “combattere, combattere, combattere!” Questo evento inaspettato scatena reazioni immediate nel mondo politico e alimenta nuove tensioni in una nazione già fortemente polarizzata. Tra i primi a commentare, il deputato Mike Collins e la rappresentante Marjorie Taylor Greene accusano i Democratici di incitare alla violenza e alla divisione.
Nel contesto di crescente allarme, ci si sposta a Fortitude Ranch, una rete di rifugi survivalisti creata da Drew Miller, un ex colonnello dell’aeronautica statunitense. L’idea di Miller è nata dalla sua esperienza militare e dal desiderio di garantire protezione a chi teme l’inevitabilità di una crisi civile. Fortitude Ranch è un’operazione unica, progettata per offrire una combinazione di sicurezza e confort, radunando persone di diverse professionalità e ideologie in un unico ambiente autosufficiente.
Il sistema di allerta di Fortitude Ranch si attiva all’istante. Le richieste di adesione aumentano rapidamente, e molti membri si interrogano sulla possibilità di intensificare le misure di sicurezza. Fortitude Ranch, con oltre mille membri tra cui ingegneri, medici e altri professionisti, offre a molti americani un’assicurazione contro un futuro incerto. Per loro, l’organizzazione rappresenta non solo un rifugio sicuro, ma anche una comunità pronta ad affrontare scenari estremi.
Drew Miller, il fondatore di Fortitude Ranch, ha dedicato la sua vita alla pianificazione di scenari catastrofici. Ex ufficiale dell’intelligence nell’aeronautica militare, Miller è stato motivato dall’idea di prepararsi a disastri di grande portata, dai blackout provocati da attacchi elettromagnetici fino a pandemie create da agenti patogeni bioingegnerizzati. Dopo aver lasciato la carriera militare, ha visto un’opportunità di combinare la sua esperienza con uno spirito imprenditoriale, fondando la prima sede di Fortitude Ranch in Virginia. Situata a breve distanza da Washington, la struttura è stata concepita per offrire protezione in caso di attacchi terroristici e, più recentemente, di conflitti interni.
Le paure che un tempo erano legate ad attentati esterni ora sono per molti legate al rischio di guerra civile. Un recente studio della U.C. Davis ha rivelato che un americano su tre ritiene la violenza giustificabile per fini politici, e questa percentuale sale al 50% tra i Repubblicani. Anche il miliardario Ray Dalio ha avvertito della crescente probabilità di una nuova guerra civile negli Stati Uniti, affermando che il Paese si trova “sull’orlo del baratro.” Dalio ha descritto uno scenario in cui l’unità nazionale potrebbe cedere sotto la pressione di conflitti tra estremismi opposti, con conseguenze profonde per la coesione sociale e il rispetto delle leggi federali.
Tra i membri di Fortitude Ranch, alcuni vedono l’affiliazione come una forma di prudenza più che di allarmismo. George, ex funzionario della C.I.A., sottolinea che non si considera un survivalista, ma semplicemente una persona che preferisce prepararsi a eventualità spiacevoli. Anche Pat, scienziato informatico, condivide la stessa preoccupazione: “La potenziale violenza su scala nazionale è reale e Fortitude Ranch rappresenta una sorta di assicurazione per noi.” Le sue parole riflettono la crescente preoccupazione di molti cittadini che cercano sicurezza e stabilità.
Mentre gli Stati Uniti si trovano di fronte a divisioni sempre più profonde, il fenomeno dei survivalisti e dei rifugi come Fortitude Ranch evidenzia la crescente sfiducia nei confronti delle istituzioni e l’insicurezza che molti provano per il futuro. Gli eventi recenti, dalla polarizzazione politica all’episodio di violenza contro Trump, sembrano alimentare un clima di tensione che spinge sempre più persone a cercare protezione e comunità in ambienti isolati.
In questo contesto, la missione di Fortitude Ranch e la visione di Miller rispondono a una domanda crescente. I rifugi survivalisti si pongono come una soluzione estrema ma efficace per coloro che, temendo una potenziale crisi, preferiscono non affidarsi esclusivamente allo Stato per la propria sicurezza. L’attenzione di Miller è focalizzata sul rendere Fortitude Ranch non solo un luogo di difesa, ma anche una comunità autosufficiente, pronta a fronteggiare ogni tipo di emergenza.