In Spagna, un’iniziativa volta a ridurre l’orario di lavoro dei dipendenti sta provocando tensioni all’interno della coalizione di governo. Il Premier socialista Pedro Sánchez aveva promesso di diminuire la settimana lavorativa da 40 a 37,5 ore in un accordo elettorale con il partito Sumar. Tuttavia, la realizzazione di questa promessa è minacciata da conflitti interni. Il Ministro dell’Economia, Carlos Cuerpo, è accusato di voler ostacolare la proposta, aprendo un dibattito sulla producibilità dell’economia spagnola in un contesto europeo in evoluzione.

Il Ministero del Lavoro, guidato dal Ministro di Sumar Yolanda Díaz, ha avviato un dialogo tripartito con sindacati e datori di lavoro per delineare un progetto concreto. Tuttavia, i rappresentanti delle imprese, sentendosi schiacciati da un’eventuale imposizione, hanno abbandonato le trattative, temendo danni alle piccole aziende. Nonostante l’opposizione, il governo e i sindacati hanno trovato un’intesa verso la fine dell’anno scorso. Tuttavia, le divergenze tra Sumar e il Partito Socialista Operaio Spagnolo (PSOE) su come applicare la riforma, specialmente nei confronti dei lavoratori part-time, persistono.

Nel mese corrente, un episodio di critica aperta ha visto Yolanda Díaz attaccare Cuerpo per aver ostacolato le discussioni sulla proposta in ambiti istituzionali cruciali. Sebbene il Ministro dell’Economia sostenga che la riforma resti una priorità, l’assenza del testo preliminare in sessioni strategiche ha innescato tensioni. Nonostante le negoziazioni in corso, l’incertezza persiste.

La riduzione dell’orario lavorativo è percepita come un potenziale vantaggio per i lavoratori spagnoli, che vantano attualmente un orario settimanale medio superiore a quello di molti paesi europei, come ad esempio la Germania. Mentre il pubblico sostiene ampiamente l’iniziativa, con due spagnoli su tre favorevoli, il settore privato è più cauto. La Confederazione delle Organizzazioni Imprenditoriali Spagnole (CEOE) ha espresso preoccupazioni per i costi sostanziosi che la misura potrebbe comportare. Il direttore della divisione lavoro della CEOE ha evidenziato la necessità di approcci settoriali flessibili piuttosto che un’applicazione generalizzata.

Un esperto di politica, Pablo Simón, sottolinea che le pressioni politiche su Sumar sono maggiori, date le fluttuazioni nel consenso elettorale e la mancanza di potere per fronteggiare nuove elezioni. Nonostante le sfide interne, la necessità di un accordo tra le forze di sinistra appare evidente, con il rischio di compromettere la stabilità governativa in caso di stallo.

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