Lunedì scorso, una dichiarazione congiunta è stata rilasciata da una senatrice statunitense e da una parlamentare danese, esprimendo critiche nei confronti delle intenzioni dell’ex presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, di acquisire la Groenlandia. La senatrice Lisa Murkowski, rappresentante dell’Alaska e di fede repubblicana, insieme a Aaja Chemnitz, deputata danese e rappresentante della Groenlandia nel Parlamento danese, ha chiaramente sottolineato che l’isola artica è “aperta agli affari, ma non è in vendita”. Murkowski, che ha già espresso pubblicamente critiche verso Trump in diverse occasioni, tra cui durante il processo di impeachment del gennaio 2021, e si è opposta recentemente a una delle sue nomine ministeriali, riveste il ruolo di vicepresidente del comitato permanente del forum dei parlamentari artici; Chemnitz è invece la presidente del comitato.
Nella loro dichiarazione, ottenuta da POLITICO, le due politiche hanno dichiarato: “Certo, un uomo d’affari diventato presidente potrebbe essere interessato. Ma la Groenlandia non è in vendita”. Hanno inoltre sottolineato l’importanza della cooperazione internazionale, affermando che “il futuro sarà definito dalla partnership, non dalla proprietà”. Da parte sua, Trump aveva sostenuto che gli Stati Uniti avrebbero dovuto prendere possesso della Groenlandia, descrivendola come un territorio danese dal 1953 e una colonia fino ad allora. Non aveva escluso l’uso di mezzi militari o economici per conseguire tale obiettivo. “La Groenlandia è un posto meraviglioso. È necessaria per la sicurezza internazionale”, aveva dichiarato, aggiungendo che la Danimarca spende molti soldi per il mantenimento dell’isola.
Le esternazioni di Trump hanno innescato tensioni diplomatiche e incontri di emergenza a Copenaghen, con forti critiche da parte dei leader sia danesi che groenlandesi. Questi avevano ribadito, anche durante una conversazione telefonica con toni aspri tra Trump e il primo ministro danese Mette Frederiksen, che l’isola non è in vendita. La dichiarazione di Murkowski e Chemnitz ha accolto positivamente la “crescente cooperazione” tra gli Stati Uniti e la Groenlandia in ambiti come la difesa, il commercio e i valori comuni di libertà e democrazia. Tuttavia, hanno avvertito che la Groenlandia deve essere vista come “un alleato, non un bene”. Sottolineando che le aspirazioni statunitensi in materia di sicurezza nazionale possono essere soddisfatte rispettando l’autonomia dell’isola, hanno concluso che il futuro richiede sforzi cooperativi e non il ridisegnamento dei confini.