I governi dell’Unione Europea potranno aumentare le loro spese militari senza infrangere le normative di bilancio del blocco, grazie a piani che ampliano la definizione di ciò che può essere considerato un investimento nella difesa. Attualmente, i costi del personale militare e quelli relativi alla manutenzione dell’equipaggiamento sono inclusi nei calcoli del deficit nazionale, sottoposti a un rigido controllo da parte della Commissione Europea. Tuttavia, un cambiamento in corso potrebbe consentire di includere tali costi nella spesa principale per la difesa. Questo consentirebbe ai governi di paesi come l’Italia e la Francia, che lottano con debiti elevati, o la Polonia, già sotto monitoraggio per deficit eccessivi, di aumentare il loro bilancio militare senza dover trovare margini altrove.
L’Europa cerca urgentemente risorse per sostenere le proprie esigenze difensive in un contesto di tensioni crescenti, come dimostra il protrarsi della guerra in Ucraina e la pressione dagli Stati Uniti per alzare la spesa militare al 5% del PIL. Attualmente, le regole dell’UE impongono che i deficit di bilancio nazionali non superino il 3% dell’economia, con il debito pubblico mantenuto sotto il 60%. Tuttavia, investimenti in difesa potrebbero giustificare estensioni nel tempo per raggiungere questi obiettivi, ed escludere la possibilità di sanzioni per deficit eccessivi se le spese aggiuntive si destinano al settore militare.
L’ampliamento della definizione di spesa per la difesa è parte di una serie di “misure straordinarie” proposte dalla Presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, ai leader dell’UE. Tra queste, una clausola di emergenza permetterebbe ai paesi di discostarsi dai percorsi fiscali concordati in risposta a eventi fuori dal controllo. Tuttavia, Stati finanziariamente rigorosi, guidati dalla Germania, hanno espresso opposizione a questa proposta durante recenti discussioni tra i capi tesoreria dell’UE.
Anche così, sorgono dubbi sul fatto che l’ampliamento della definizione di spesa per la difesa possa bastare per nazioni pesantemente indebitate, come Italia, Spagna e Francia, affinché possano incrementare i loro budget militari senza ricorrere a tagli in altre aree. La necessità di trovare soluzioni creative, pur rispettando le rigide regole di bilancio introdotte solo l’anno scorso, ma considerate troppo restrittive da alcuni paesi, è fondamentale.
La proposta di von der Leyen ha dato impulso al lavoro già in corso da parte della Commissione insieme ai ministeri delle finanze europei, nel cercare modalità per offrire maggiore flessibilità. Tuttavia, mentre questa idea apre il dibattito, è anche vista come una delle poche possibilità pratiche per raggiungere un accordo sugli obiettivi dell’UE. Un diplomatico dell’UE ha indicato che questo sarebbe un mezzo per alleviare la pressione su diversi stati membri, nonostante la resistenza di Berlino verso soluzioni alternative, come l’emissione di eurobond per la difesa. Paesi dell’Europa orientale e meridionale, insieme alla Francia, sembrano pronti a sostenere le modifiche in discussione. Gli stati dell’est sottolineano l’importanza di preparazione e investimenti per la mobilitazione militare.
L’articolo è stato aggiornato per chiarire i dettagli dell’incontro tra i responsabili finanziari dell’UE.