I documenti consultati da POLITICO rivelano che i diplomatici dell’Unione Europea negli Stati Uniti hanno deciso di avvalersi dei servizi di una rinomata società di lobbying, la DCI Group AZ, L.L.C., per ricevere consulenze in ambito di strategia di comunicazione sul commercio e sugli investimenti. Questa società, legata ai repubblicani e avendo già avuto connessioni con la prima amministrazione Trump, collaborerà con la delegazione dell’UE per promuovere gli scambi e gli investimenti europei negli USA. Questa mossa è stata formalizzata tramite una registrazione al Registo degli Agenti Stranieri degli USA (FARA) il 1° novembre 2024, poco prima della controversa vittoria elettorale di Donald Trump, avvenuta il 5 novembre.

Nel contesto delle dichiarazioni della campagna elettorale di Trump, che includevano minacce di alzare barriere tariffarie protettive per il mercato statunitense, l’Unione Europea si è trovata a dover agire tempestivamente per capire come reagire. Finora, Trump ha imposto tariffe universali del 10% alla Cina, escludendo Canada e Messico da dazi più alti. Tuttavia, l’UE non è ancora stata direttamente colpita, anche se Trump ha criticato la politica commerciale europea, definendola un “oltraggio” e chiedendo maggiori acquisti di gas, auto e prodotti agricoli americani.

L’assunzione della DCI Group, nell’ottobre 2024, è stata intrapresa tramite un contratto in collaborazione con il servizio diplomatico dell’UE, un’accortezza forse dettata dalle difficoltà incontrate nel primo mandato Trump quando la delegazione UE aveva accesso limitato ai funzionari americani e doveva affidarsi alle ambasciate nazionali per la raccolta di informazioni. Secondo un ex diplomatico europeo, la DCI Group non garantisce accesso ai massimi livelli governativi, ma può chiarire la situazione attuale e facilitare incontri con leader repubblicani.

Non sono ancora noti la durata del contratto né l’importo corrisposto alla DCI Group per il suo lavoro. Interrogato sulla motivazione dietro l’assunzione preventiva della DCI, il servizio diplomatico dell’UE non ha fornito risposte. Anche sulla gestione di eventuali conflitti di interesse e su dettagli più precisi del contratto, la DCI ha preferito non commentare.

Fondata nel 1996, DCI Group ha una vasta portata a Washington e ha precedentemente operato per il governo militare del Myanmar, Azerbaijan negli USA, tra altri clienti nei settori del tabacco, telecomunicazioni e energia. Attualmente è sotto inchiesta da parte del Dipartimento di Giustizia in un caso di hacking che coinvolge, presumibilmente, Exxon Mobil, un importante cliente della società, in un attacco a lungo associato alla richiesta della DCI. Entrambi gli enti coinvolti hanno negato ogni coinvolgimento nell’attacco informatico e non hanno ricevuto accuse formali. Altri clienti degni di nota includono la SCM Consulting Limited, legata a Rinat Akhmetov, il più ricco dell’Ucraina e al centro di polemiche politiche recenti.

Nel contesto politico attuale e con un potenziale secondo mandato di Trump, la collaborazione con la DCI potrebbe rappresentare per l’UE uno strumento per difendere meglio i propri interessi commerciali negli USA, sebbene i dettagli di tale contratto rimangano avvolti nel mistero.

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