Domenica, le nazioni baltiche d’Europa, Lituania, Lettonia ed Estonia, hanno compiuto un significativo passo avanti verso l’integrazione occidentale completando la disconnessione dalla rete elettrica russa per unirsi al sistema energetico dell’Unione Europea. Questa separazione, avvenuta per la prima volta nella storia, segna la fine di una complicata relazione energetica con Mosca che si era protratta per decenni. La rete elettrica, precedentemente progettata durante l’epoca sovietica, continuerà a servire Russia e Bielorussia.
Prima della disconnessione, le autorità locali hanno segnalato un clima di disinformazione mirato a generare timori su presunti effetti negativi. In particolare, sono stati diffusi volantini in lingua russa che invitavano i cittadini a prepararsi per presunte interruzioni energetiche acquistando candele. Tuttavia, i baltici non acquistano più energia da Russia e Bielorussia da anni, quindi non si prevedono né interruzioni né incrementi di costo. Ingrida Šimonytė, ex primo ministro della Lituania, ha dichiarato che questo cambiamento rappresenta la rottura dell’ultima connessione con un passato energetico ancora parzialmente gestito da Mosca.
Per un breve periodo di un giorno, le nazioni baltiche opereranno la loro rete elettrica in maniera indipendente, prima di integrarsi completamente con il sistema europeo, il che permetterà loro di importare energia dai paesi dell’UE attraverso la Polonia se necessario. Dan Jørgensen, commissario europeo per l’energia, ha spiegato che questo sviluppo rafforzerà la sicurezza energetica dell’intero blocco di 27 paesi, sottolineando come l’Unione Europea abbia investito oltre 1,2 miliardi di euro in questo progetto cruciale per rafforzare l’Unione dell’Energia.
Un altro aspetto di questa transizione riguarda la preoccupazione per possibili sabotaggi dei cavi sottomarini, dato che alcune navi petroliere potrebbero rappresentare una minaccia. Vilmantas Vitkauskas, a capo del Centro Nazionale di Gestione delle Crisi della Lituania, ha dichiarato che da febbraio si è osservato un cambiamento nell’approccio russo, con un passaggio da misure più soft a strategie più hardware. La protezione dei cavi potrebbe necessitare rinforzi tramite ghiaia o altri materiali.
Marek Kohv, ex ufficiale militare estone e attualmente ricercatore al Centro Internazionale per la Difesa e la Sicurezza a Tallinn, ha indicato che nonostante le sfide infrastrutturali, gli operatori della rete elettrica sono fiduciosi di una transizione fluida. Inoltre, sebbene alcuni cittadini siano stati preoccupati dalle campagne di disinformazione russa, queste si rivelano essere il principale motivo di allarme, non la sincronizzazione stessa.
Un punto di incertezza rimane per l’enclave russa di Kaliningrad, geograficamente situata tra Lituania e Polonia. Kaliningrad, che tradizionalmente si appoggiava alla rete baltica per l’energia, potrebbe dover affrontare sfide significative. Nonostante le assicurazioni di Mosca sull’autosufficienza energetica dell’enclave, sussistono dubbi sulla capacità del territorio di gestire eventuali mancanze di energia. L’ex primo ministro Šimonytė ha sottolineato che la regione importa gas attraverso la Lituania e che Mosca sta esplorando opzioni alternative per garantire il rifornimento di gas naturale liquefatto.
In conclusione, le nazioni baltiche stanno ora aprendo un nuovo capitolo nella loro storia energetica, muovendosi verso un sistema energetico più sicuro e integrato con i partner dell’Unione Europea, mentre affrontano sfide e opportunità che questo allontanamento dalla Russia comporta.