Negli ultimi tempi, Elon Musk sembra aver rivolto la sua attenzione verso i problemi del Regno Unito con una frequenza e intensità notevoli. Nel 2012, dopo una visita d’affari a Londra e Oxford, Musk ha lodato la Gran Bretagna su Twitter, esprimendo il suo apprezzamento per le persone incontrate. Oggi, nel 2024, le sue dichiarazioni hanno preso una piega decisamente diversa. Frasi come “La guerra civile è inevitabile” e riferimenti alla Gran Bretagna come uno “stato di polizia tirannico” sono solo alcune delle sue sentenze più recenti sul social network da lui acquistato e ribattezzato X.
Musk, che si autodefinisce “Chief Troll Officer,” è noto per usare un linguaggio volutamente provocatorio e ambiguo. Commenti come “Questo è il Regno Unito o l’Unione Sovietica?” insinuano un paragone esagerato, ma lasciano intravedere un filo di verità nelle sue percezioni. Spesso si limita a condividere contenuti con un unico termine, come “interessante”, o con semplici emoji, senza entrare nei dettagli.
L’interesse di Musk per le questioni britanniche può forse essere ricondotto all’evoluzione delle sue convinzioni politiche. In passato, è stato un centrista, sostenendo addirittura la campagna di Hillary Clinton. Ora, invece, manifesta posizioni fortemente critiche nei confronti del cosiddetto “woke mind virus” e amplifica voci di destra e estrema destra.
Questo cambiamento è stato notato in diverse situazioni, come ad esempio durante le rivolte scoppiate lo scorso anno a Southport. In quell’occasione, false voci sono state diffuse su X, alimentando ulteriormente il disordine. Quando il Primo Ministro Sir Keir Starmer ha avvertito le grandi aziende di social media di rispettare le leggi in materia, Musk ha replicato con un semplice “Insane”. Inoltre, ha diffuso informazioni fuorvianti riguardanti piani di detenzione per i rivoltosi, poi ritrattate dopo aver accumulato milioni di visualizzazioni.
L’attenzione di Musk verso la libertà di espressione è però un tema costante nella sua attività. Recentemente ha commentato in risposta a un tweet di un influencer di destra riguardo a presunti rapporti di radicalizzazione nel Regno Unito. Anche in questo caso, si è detto preoccupato per l’evoluzione degli eventi.
Un ulteriore indizio sull’interesse di Musk per la Gran Bretagna è dato dalla sua recente associazione con figure politiche come Nigel Farage e il tesoriere di Reform UK, Nick Candy, tra voci su una possibile donazione al partito. Alcuni osservatori, come Winston Marshall, suggeriscono che Musk sia interessato a sfide politiche nei confronti del Regno Unito per via delle sue profonde radici democratiche e liberali.
Tuttavia, c’è chi mette in dubbio la sincerità del suo impegno per la libertà di espressione. Il Centre for Countering Digital Hate ha criticato la gestione di Musk della piattaforma X, portando il miliardario a querelare l’organizzazione, accusa poi respinta da un giudice statunitense. Il CEO del centro, Imran Ahmed, ha definito l’accaduto indicativo di una mentalità che non comprende appieno il concetto di libertà di parola come diritto universale.
In definitiva, sebbene Musk abbia legami economici meno rilevanti con la Gran Bretagna rispetto alla Cina, le normative britanniche, come il Online Safety Act, potrebbero comunque avere un impatto sulle sue attività. Il futuro ci dirà se la sua attenzione verso il Regno Unito porterà a nuove evoluzioni nelle sue azioni e dichiarazioni pubbliche.