Recentemente, sia i Centri africani per il controllo e la prevenzione delle malattie (Cdc Africa) sia l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) hanno condiviso un parere simile riguardo all’epidemia di una malattia non diagnosticata che ha colpito la Repubblica Democratica del Congo. Entrambe le organizzazioni ritengono che la causa dell’epidemia sia una combinazione di fattori, principalmente infezioni respiratorie virali stagionali e malaria falciparum, il tutto aggravato da malnutrizione acuta.
L’allarme è stato dato il 5 dicembre dal ministero della Salute congolese, a seguito della morte di decine di persone nel distretto sanitario di Panzi, un’area remota della provincia di Kwango, difficile da raggiungere durante la stagione delle piogge e situata vicino al confine con l’Angola. I sintomi riportati erano simili a quelli influenzali: febbre, tosse, e dolori muscolari. Anche in Italia sono stati riscontrati tre casi di persone rientrate dal Congo con sintomatologia analoga.
Secondo il bilancio aggiornato al 16 dicembre, sono stati segnalati 891 casi, con 48 decessi, colpendo in modo particolare i bambini sotto i cinque anni. Infatti, il 47% degli infetti e il 54% delle vittime mortali appartiene a questa fascia d’età. I principali sintomi mortali includono difficoltà respiratorie, anemia, e segni di malnutrizione.
Oltre ai sintomi, le analisi di laboratorio su 430 campioni hanno evidenziato la presenza di malaria e diversi virus respiratori, come influenza A/H1N1, rinovirus, e diversi coronavirus umani. L’Oms insiste sulla necessità di intensificare gli sforzi per migliorare l’accesso alle cure sanitarie e affrontare il problema della sicurezza alimentare, poiché la malnutrizione risulta essere un fattore di vulnerabilità essenziale in questo contesto.
Nonostante l’epidemia rappresenti un elevato rischio per le comunità colpite, il rischio a livello nazionale e globale è attualmente valutato come basso, grazie alla natura circoscritta dell’evento. Tuttavia, altre aree della Repubblica Democratica del Congo stanno affrontando problemi simili di malnutrizione, dunque situazioni analoghe potrebbero verificarsi altrove nel Paese. Tra le preoccupazioni rimane alta la necessità di interventi mirati per prevenire la diffusione di malattie infettive comuni in popolazioni già vulnerabili.