Nel contesto delle discussioni al Parlamento Europeo, è usuale notare la scarsa presenza dei deputati durante i dibattiti. Tuttavia, una nuova iniziativa potrebbe presto cambiare questo scenario. Un esperimento programmato per la prossima settimana mira a costringere i membri a presenziare alle sessioni parlamentari. Come riportato in un’email interna a cui POLITICO ha avuto accesso, in due dibattiti del plenary session a Strasburgo della prossima settimana, gli orari non saranno resi pubblici. Questo obbligherà i deputati a rimanere in aula per tutta la durata del dibattito, garantendosi così il loro momento di visibilità.
Damian Boeselager, deputato del gruppo di centro-sinistra Volt, ha dichiarato: “Passo dopo passo, abbiamo bisogno di cambiamenti culturali per aumentare la partecipazione e rendere i dibattiti più coinvolgenti”. L’iniziativa, concordata dalla Presidente del Parlamento Roberta Metsola e dai capi di ciascun gruppo politico durante un incontro a porte chiuse, è stata promossa da un gruppo di 60 giovani deputati determinati a rinnovare l’istituzione dall’interno. L’ufficio di Metsola ha riferito che “per la presidente, è fondamentale che i deputati siano presenti nell’emiciclo durante i dibattiti” e se l’esperimento darà esiti positivi, questa metodologia verrà applicata sempre più frequentemente.
Il primo dibattito interessato dal test avrà luogo martedì e riguarderà l’applicazione del Digital Services Act contro le interferenze straniere e gli algoritmi di pregiudizio, un tema emerso a seguito di recenti intromissioni nelle politiche europee da parte di Elon Musk, proprietario di X e consigliere del Presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump. Il giorno successivo, il mercoledì, sarà il turno del dibattito sul Consiglio europeo di dicembre, il vertice dei 27 leader dell’UE, ricevere lo stesso trattamento.
Tradizionalmente, anche i dibattiti di maggiore rilievo soffrono di un scarso afflusso, con i parlamentari che entrano nella sala principale solo per pronunciare il loro intervento e poi se ne vanno. Durante questo esperimento, il presidente o vice presidente che guida la sessione avrà la facoltà di decidere al momento chi interverrà, dopo il primo turno di oratori. Ciò implica che i deputati che richiedono di parlare dovranno partecipare all’intero dibattito e controllare se, sui monitor, sono i prossimi ad intervenire.
Il gruppo dei giovani deputati aveva inviato una lettera a Metsola in dicembre, con una serie di proposte contenenti dieci idee su come migliorare la partecipazione, l’animazione e la rilevanza dei dibattiti. Tra le proposte, ci sono quote di partecipazione obbligatoria per ogni gruppo politico, incoraggiamento ai parlamentari a reagire spontaneamente ai discorsi, e la possibilità per i deputati di sedere nelle prime file dell’aula – attualmente riservate ai capi gruppo. I giovani deputati stanno inoltre pianificando di “monopolizzare” il dibattito della prossima settimana, partecipando in gruppo e sfruttando il sistema delle Blue Cards per avviare un’improvvisata sessione di domande e risposte con gli oratori.
Da anni, il Parlamento europeo cerca strategie per migliorare l’affluenza ai dibattiti plenari. Lo scorso anno, un gruppo di lavoro composto da deputati e funzionari ha stilato una lista di raccomandazioni da sottoporre ai gruppi politici.
Finalmente qualcuno che affronta questo problema! Speriamo solo che funzioni e non sia il solito buco nell’acqua.
Ma se non c’è nessuno in Parlamento, come fanno a decidere le cose??? Forse è meglio se iniziano a portarci i gettoni! 😆