Un nuovo e sconvolgente attacco ha colpito il cuore delle forze di Hezbollah in Libano e Siria, causando la morte di almeno 8 persone e il ferimento di oltre 2.750 individui, tra cui molti civili. Il fatto più inquietante riguarda il metodo utilizzato: le esplosioni sarebbero state provocate da cercapersone in dotazione ai miliziani, apparentemente hackerati e fatti detonare tramite le loro batterie. Questo attacco mirato ha suscitato un’ondata di indignazione, con Hezbollah che ha subito accusato Israele, definendolo “pienamente responsabile” dell’operazione.
L’attacco coordinato e i sospetti su Israele
Le prime indiscrezioni puntano il dito contro un attacco cyber orchestrato dagli israeliani. I cercapersone, dispositivi apparentemente obsoleti ma ancora utilizzati da Hezbollah per la loro bassa rintracciabilità, sono stati oggetto di un’azione sofisticata. Gli investigatori ipotizzano che i dispositivi siano stati hackerati per provocare detonazioni simultanee in diverse località del Libano e della Siria. Secondo le fonti, i cercapersone facevano parte di una nuova fornitura appena consegnata ai miliziani.
Questo tipo di attacco non convenzionale segna un potenziale cambio di strategia nei conflitti tra Israele e Hezbollah, dove l’utilizzo della guerra informatica si affianca alle tradizionali operazioni militari. Le esplosioni hanno coinvolto diversi membri di Hezbollah, ma tra i feriti si segnala anche la presenza di civili e di personalità diplomatiche, incluso l’ambasciatore iraniano.
Il ruolo dell’Iran e l’ombra del Mossad
L’attacco colpisce non solo Hezbollah, ma anche l’Iran, uno dei principali sostenitori militari e finanziari del gruppo libanese. La presenza dell’ambasciatore iraniano tra i feriti ha immediatamente acceso i riflettori sul coinvolgimento diretto di Teheran nelle operazioni della milizia. L’Iran ha reagito con forza, denunciando il fatto e promettendo ripercussioni.
L’ombra del Mossad, l’agenzia di intelligence israeliana, aleggia sull’intera operazione. Israele ha una lunga storia di operazioni clandestine contro Hezbollah, che viene considerato una delle principali minacce alla sicurezza del paese. Tuttavia, in questo caso, l’uso della tecnologia per attacchi letali solleva nuove questioni sulla natura della guerra moderna, dove la vulnerabilità elettronica diventa un nuovo fronte di combattimento.
I dispositivi «comprati da poco» e il coinvolgimento civile
Una delle scoperte più preoccupanti riguarda il fatto che i cercapersone utilizzati dai miliziani erano stati «comprati da poco», secondo fonti vicine a Hezbollah. Questo solleva dubbi sull’origine dei dispositivi e su quanto rapidamente siano stati compromessi. La dinamica dell’attacco suggerisce una pianificazione accurata, con le detonazioni avvenute in diverse località contemporaneamente, rendendo l’operazione devastante non solo per le milizie coinvolte, ma anche per la popolazione civile.
Molti dei feriti sono civili che vivevano nelle aree coinvolte dalle esplosioni. Le vittime di queste operazioni comprendono non solo combattenti, ma anche famiglie e residenti locali, aumentando ulteriormente la gravità dell’accaduto e complicando il già delicato quadro politico in Libano e Siria.
Le reazioni internazionali e il rischio di escalation
La risposta di Hezbollah e dell’Iran non si è fatta attendere, con accuse dirette a Israele. Tuttavia, finora Israele non ha rilasciato dichiarazioni ufficiali sull’incidente. Se confermata la responsabilità israeliana, questo attacco potrebbe segnare una nuova fase di tensioni nella regione, con il rischio di una pericolosa escalation.
L’attacco ha anche sollevato preoccupazioni sulla vulnerabilità delle tecnologie utilizzate nei conflitti moderni. I cercapersone, considerati dispositivi relativamente sicuri per la loro semplicità, si sono trasformati in strumenti mortali in una guerra che ora si combatte anche sul fronte cibernetico.
Con migliaia di feriti e decine di vittime, l’attacco hacker contro Hezbollah lascia una scia di devastazione e apre una nuova fase nelle ostilità tra Israele, Hezbollah e i loro rispettivi alleati.