La famiglia di Aysenur Ezgi Eygi, una giovane donna statunitense di origine turca uccisa dalle forze israeliane in Cisgiordania, ha incontrato il Segretario di Stato Antony Blinken per richiedere un’indagine del governo statunitense. Eygi, di 26 anni, è stata colpita alla testa durante una manifestazione nel villaggio palestinese di Beita a settembre. Le autorità israeliane stanno portando avanti un’inchiesta sulla sua morte, definendola un incidente causato dal rimbalzo di un proiettile. Tuttavia, i familiari di Eygi contestano questa versione, sostenendo che le prove e le testimonianze siano in contrasto con tali affermazioni.

Dopo il colloquio a Washington, il vedovo di Eygi, Hamid Ali, ha espresso un certo scetticismo riguardo alla possibilità che venga fatta giustizia, accusando Blinken di mostrarsi troppo rispettoso verso Israele. Secondo Ali, sembrava che Blinken volesse suggerire che le sue mani fossero legate e che non potesse realmente fare molto. Durante l’incontro, il portavoce del Dipartimento di Stato, Matthew Miller, ha offerto le sue più sentite condoglianze alla famiglia. Miller ha dichiarato che la morte di Eygi non sarebbe mai dovuta accadere e ha affermato che Israele sta finalizzando la propria indagine. Tuttavia, sulla possibilità di avviare un’inchiesta penale si dovrà esprimere il Dipartimento di Giustizia.

L’area dove è avvenuta la tragedia è da tempo un punto nevralgico di proteste settimanali contro l’espansione di un insediamento israeliano su terreni del villaggio. Eygi, originaria di Seattle, si era recata in Palestina per sostenere i manifestanti e documentare la risposta militare israeliana. Partecipava alle proteste con il Movimento di Solidarietà Internazionale, un gruppo che si batte per i diritti dei palestinesi e che dichiara che Eygi è la 18ª manifestante uccisa a Beita dal 2020.

La famiglia chiede un’indagine penale statunitense e che il Dipartimento di Stato ottenga informazioni dalle Forze di Difesa Israeliane, come l’unità coinvolta e l’identità del comandante. Il legale della famiglia, Brad Parker, ha sottolineato come l’uso di munizioni letali durante le proteste sia diventato ormai normalizzato a causa della frequenza di simili incidenti, e che Eygi sia stata vittima di questa impunità.

Le forze israeliane, dopo la morte di Eygi, hanno dichiarato di aver sparato in risposta a un “istigatore” di “attività violente” e di essersi difese da lanci di pietre. Successivamente, hanno affermato che è “altamente probabile” che Eygi sia stata colpita “indirettamente e involontariamente”, poiché il fuoco non era diretto verso di lei. Un attivista israeliano presente sul posto ha negato che ci fossero lanci di pietre nell’area dove si trovava Eygi.

Quest’anno, la Corte Internazionale di Giustizia ha giudicato illegale l’occupazione israeliana dei territori palestinesi e ha affermato che Israele deve porvi fine il più rapidamente possibile, giudizio che Israele ha respinto.

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