Il misterioso viaggio dell’ex presidente siriano Bashar al Assad l’8 dicembre ha suscitato numerosi interrogativi, soprattutto riguardo alla sua rotta e agli aerei utilizzati. La fuga dal Paese è iniziata con un volo notturno da Damasco verso il nord della Siria, utilizzando due aerei. Le fonti indicano che l’intelligence russa ha suggerito l’uso di un Yakovlev Yak-40 e di un Ilyushin Il-76T per il trasferimento. L’operazione ha avuto inizio con il decollo dall’aeroporto internazionale di Damasco, nella sezione riservata ai diplomatici. Molto prima dell’alba, due aerei sono decollati: uno Yakovlev Yak-40, di dimensioni simili a un jet privato, e un Ilyushin Il-76T, un velivolo militare quadrimotore. Secondo le ricostruzioni, Assad si sarebbe imbarcato sul più piccolo Yak-40, per evitare di essere individuato, grazie al fatto che i trasmettitori radio di bordo erano mantenuti spenti.

Le fonti concordano nel ritenere che la decisione di non spegnere i trasmettitori del secondo aereo, l’Ilyushin, fosse una strategia per distrarre l’attenzione. Questo ha permesso di far credere che Assad fosse a bordo di questo aereo, che diventava oggetto di tracciamento assiduo sui siti di monitoraggio dei voli. Il piano era di far credere che il dittatore fosse sul volo militare, che poco tempo dopo aver superato Homs ha iniziato a cambiare rotta, facendo pensare a un incidente. La notizia di un possibile abbattimento si è diffusa rapidamente, ma in realtà l’Ilyushin ha continuato il suo percorso fino a Khmeimim dove, il giorno dopo, è stato avvistato grazie a foto satellitari.

L’ex presidente, in realtà, è atterrato in sicurezza a Khmeimim, suscitando confusione. Intorno a metà pomeriggio dell’8 dicembre, un altro aereo, un Ilyushin Il-76MD dell’esercito russo, è decollato dalla stessa base con Assad a bordo, diretto a Mosca, sorvolando la Turchia, un passo necessario data la non adesione di Ankara al divieto europeo di sorvolo per i voli russi. Eurocontrol, l’agenzia europea del traffico aereo, ha ricevuto il piano di volo e lo ha convalidato, senza essere a conoscenza dell’importanza di chi era a bordo. Infatti, per i voli che sorvolano l’Europa, c’è un obbligo di presentare un piano di volo che viene diffuso tra provider di servizi e autorità.

Questo episodio ha suscitato dibattiti sulle normative internazionali e solleva molte domande sul passaggio del volo di Assad sopra il territorio turco, dato il contesto politico e gli impegni di Ankara con le milizie nella regione. In un contesto di movimenti aerei altamente monitorati, le modalità di evasione adottate durante la fuga dell’ex presidente offrono uno spunto di riflessione su quanto siano intricati e delicati gli equilibri diplomatici e di sicurezza internazionale.

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