Dopo ore di speculazioni e supposizioni, si è finalmente risolto il mistero riguardante Bashar al-Assad, l’ex presidente siriano, dato in fuga a seguito dell’invasione dei ribelli a Damasco. Stando alle informazioni rilasciate dal Cremlino, Assad avrebbe trovato rifugio a Mosca, con l’asilo garantito da Vladimir Putin per ragioni umanitarie. Le agenzie di stampa russe hanno confermato che l’ex capo di stato siriano è giunto nella capitale russa insieme ai familiari.
Parallelamente, emerge che Mosca è in stretto contatto con i rappresentanti di Hayat Tahrir al-Sham, il gruppo ribelle che ha recentemente preso il controllo della capitale siriana. Le autorità di Hts avrebbero garantito la protezione delle installazioni militari e delle rappresentanze diplomatiche russe in Siria, elementi di fondamentale importanza strategica per il governo russo.
In risposta agli eventi in Siria, la Russia ha richiesto una sessione d’emergenza del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite prevista per lunedì 9 dicembre, al fine di analizzare a fondo la crisi in corso nel paese mediorientale.
Dalla fazione ribelle, giungono dichiarazioni che interpretano la caduta di Assad come una vittoria significativa nel panorama geopolitico. Il leader di Hts, Abu Mohammed al-Jolani, ha definito questo trionfo come un nuovo capitolo nella storia della regione, criticando il ruolo dell’Iran che, a suo dire, ha sfruttato la Siria per espandere le proprie ambizioni settarie e corrotte. Ha inoltre accusato Teheran e Hezbollah di essere stati i principali sostenitori del regime di Assad.
Anche figure politiche di rilievo a livello internazionale, come il premier polacco Donald Tusk, hanno espresso le loro opinioni in merito alla situazione. Tusk ha interpretato la caduta di Assad come una dimostrazione del fatto che la Russia e i suoi alleati non sono invincibili.
Dal lato americano, il presidente Joe Biden ha sottolineato le potenziali opportunità che potrebbero derivare da questo evento per la Siria. In una dichiarazione dalla Casa Bianca, Biden ha assicurato il sostegno degli Stati Uniti alla nuova leadership siriana, con l’obiettivo di ricostruire il paese devastato dalla guerra civile e dal lungo regime autoritario di Assad.
Biden ha descritto la situazione come un momento storico per il popolo siriano, riconoscendo le sofferenze che hanno patito e le speranze per un domani migliore. Tuttavia, ha esortato a una certa cautela, evidenziando i rischi e le incertezze che accompagnano questo periodo di transizione. Gli Stati Uniti intanto si impegneranno a collaborare con partner e leader locali per affrontare le sfide e sfruttare al meglio le opportunità.