Alcuni senatori del Partito Repubblicano stanno proponendo un’iniziativa insolita per rendere pubblica una votazione cruciale riguardo la nomina di Tulsi Gabbard al Comitato per i Servizi Segreti del Senato. Questa mossa è motivata dal desiderio di esercitare pressioni sui membri del panel, che solitamente gestisce le proprie operazioni in modo riservato. Secondo quanto riferito da fonti interne al Senato GOP, che hanno chiesto di rimanere anonime per discutere di dettagli confidenziali, il presidente del comitato, Tom Cotton, è sotto pressione da parte dei senatori vicini al presidente Donald Trump affinché apporti questa modifica.

In arrivo giovedì, Gabbard dovrà affrontare il Comitato per i Servizi Segreti in una doppia sessione: una pubblica e una a porte chiuse. Normalmente, le operazioni del panel, comprese le nomine presidenziali, vengono deliberate e votate internamente, a eccezione di alcune udienze pubbliche.

Il dibattito sull’opportunità di forzare una votazione pubblica mette in luce le preoccupazioni di alcuni repubblicani secondo cui la nomina di Gabbard potrebbe essere bloccata prima di raggiungere il Senato. In precedenza, la pressione pubblica esercitata dagli alleati di Trump aveva giocato un ruolo significativo per garantire l’approvazione del segretario alla Difesa Pete Hegseth. Gli alleati di Gabbard sperano che la consapevolezza della pubblicazione dei voti possa influenzare le decisioni di alcuni membri repubblicani del comitato.

La composizione del comitato vede una lieve maggioranza a favore dei repubblicani, con un rapporto di 9-8. Tuttavia, se tutti i democratici dovessero opporsi a Gabbard, una sola defezione nel GOP potrebbe bloccare il suo percorso verso il Senato. Tra i repubblicani favorevoli a Gabbard c’è la senatrice Susan Collins, che ha espresso preoccupazioni riguardo alla posizione incerta di Gabbard su un importante programma di sorveglianza, come riportato in un’intervista su The Hill.

Un portavoce di Tom Cotton ha preferito non commentare sulla questione. Tuttavia, un esperto delle procedure del comitato ha spiegato che, sebbene le regole consentano di divulgare il conteggio totale dei voti, non si prevede la possibilità di rivelare pubblicamente l’identità dei votanti. I membri, comunque, possono decidere di svelare il proprio voto individualmente.

Per rendere pubblica la votazione del comitato, sarebbe necessario che quest’ultimo rinunci alle proprie regole di riservatezza, e non è chiaro se Cotton disponga di questa autorità. Ad esempio, la votazione del 20 gennaio per John Ratcliffe, direttore della CIA, avvenne a porte chiuse, con solo il risultato di 14-3 reso noto. Tre senatori democratici, Martin Heinrich, Jon Ossoff e Ron Wyden, alla fine votarono contro in Senato.

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