Tulsi Gabbard si trova attualmente su un terreno piuttosto incerto per quanto riguarda il sostegno dei senatori repubblicani al Senato. Questa settimana sarà cruciale per capire se la candidata alla direzione dei servizi segreti riuscirà a trovare un equilibrio favorevole. In vista dell’audizione programmata per giovedì davanti al Comitato per i Servizi Segreti del Senato, il destino della nomina di Gabbard dipende dalle decisioni di alcuni senatori repubblicani ancora indecisi: Susan Collins del Maine, Todd Young dell’Indiana, Mitch McConnell del Kentucky e John Curtis dello Utah.
Non è chiaro se Gabbard riuscirà a ottenere la conferma al Senato. La maggioranza repubblicana nella commissione dei servizi segreti è di un solo voto, e l’opposizione compatta dei membri democratici potrebbe bloccare la sua nomina qualora anche un solo repubblicano decidesse di non appoggiarla. Almeno tre repubblicani nella commissione sembrano indecisi, influenzati dal curriculum poco convenzionale di Gabbard e dalle sue precedenti critiche verso l’establishment della sicurezza nazionale.
Essendo un’ex deputata democratica delle Hawaii, non dispone di un vasto bacino di sostegno tra i repubblicani, e dovrà quindi cercare di convincere i senatori scettici all’interno e all’esterno del comitato. Durante un incontro riservato avrà l’opportunità di rispondere a domande su questioni di intelligence delicate. “L’audizione è fondamentale. Come risponderà alle domande sarà cruciale per capire quale direzione prenderà la situazione”, ha affermato il leader della maggioranza del Senato John Thune in un’intervista recente.
Tra i senatori repubblicani che destano maggiore interesse c’è Collins, considerata la più propensa a votare contro Gabbard. Collins è nota per la sua posizione di moderata nello stato democratico del Maine, e in passato ha mostrato disponibilità a dissentire dal proprio partito. La scorsa settimana ha votato contro la nomina del segretario alla difesa Pete Hegseth.
Le perplessità di Collins su Gabbard sono emerse già durante un incontro privato lo scorso anno, dove ha sollevato domande in merito alla visita di Gabbard al deposto presidente siriano Bashar al-Assad, alle sue opinioni sull’Ucraina e sul presidente russo Vladimir Putin, e al suo sostegno a una risoluzione pro Snowden alla Camera. Collins non ha ancora preso una decisione definitiva e si prevede che presenterà ulteriori interrogativi durante l’audizione di giovedì.
In sintesi, la prossima audizione potrebbe essere determinante per il futuro di Tulsi Gabbard, con la sua capacità di rispondere in modo efficace e convincente ai senatori in dubbio al centro della scena.