L’Ucraina riceve una fornitura di gas naturale liquefatto dagli Stati Uniti, segnando un momento cruciale nella sua strategia energetica. Questa prima spedizione, ufficializzata dal capo dell’ufficio presidenziale ucraino Andriy Yermak e riportata da Sky News, rappresenta un passo strategico per l’indipendenza energetica del Paese. L’Ucraina, infatti, ha cessato l’acquisto diretto di gas dalla Russia dal 2015, in seguito all’annessione della Crimea da parte di Mosca e al supporto ai separatisti nell’est del Paese. Ora, la nuova fornitura di GNL, arrivata attraverso la Grecia, è stata accolta da Dtek, la principale azienda energetica privata ucraina. Secondo Yermak, questo rappresenta una vittoria nel contesto delle sfide energetiche imposte dal conflitto.
Nel contempo, Gazprom ha annunciato che interromperà le consegne di gas alla Moldavia dal 1° gennaio 2025, a causa dei mancati pagamenti da parte di Chisinau. Questo stop potrebbe preludere a un’interruzione totale delle esportazioni di gas russo verso l’Europa attraverso l’Ucraina, visto che il contratto di transito scade alla fine del 2024. Storicamente, la Russia fornisce circa 2 miliardi di metri cubi di gas alla Moldavia ogni anno attraverso il territorio ucraino.
Intanto, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha criticato le dichiarazioni del primo ministro slovacco Robert Fico, il quale ha ipotizzato la cessazione delle forniture di energia elettrica all’Ucraina durante l’inverno. Zelensky ha interpretato questa posizione come un possibile intento di Fico di aprire un “secondo fronte energetico” in accordo con la Russia, a svantaggio degli interessi del popolo slovacco.
Nel contesto dell’incidente aereo dell’Azerbaijan Airlines, l’alto rappresentante dell’Unione europea, Kaja Kallas, ha richiesto un’inchiesta rapida e indipendente sulle cause, in seguito alle notizie che suggerirebbero un coinvolgimento della difesa aerea russa. Le dinamiche attuali riflettono tensioni non solo tra Russia e Ucraina, ma coinvolgono anche altri attori regionali e internazionali, come la Moldavia e la Slovacchia, in uno scenario di crescenti pressioni geopolitiche sul fronte energetico.