Il rischio di trasmissione del virus H5N1 da uomo a uomo è, al momento, valutato come basso. Tuttavia, i casi gravi emersi negli Stati Uniti e in Canada, che hanno coinvolto un agricoltore e una giovane adolescente, non dovrebbero essere sottovalutati. Il virus H5N1 ha una diffusione notevole e possiede ampi serbatoi di incubazione, il che potrebbe portare a mutazioni rapide.
Ilaria Capua, rinomata virologa e ricercatrice, da quasi 30 anni studia l’H5N1, simile a un eterno duello simile a quello narrato nel film “I duellanti” di Ridley Scott. Nel 2006, la Capua fu la prima a identificare e caratterizzare il ceppo africano dell’influenza aviaria. Decise coraggiosamente di rendere accessibili i dati tramite la piattaforma GenBank, opponendosi alla raccomandazione dell’Organizzazione mondiale della sanità di confinarli nel Los Alamos National Laboratory.
Come Senior Fellow of Global Health presso la Johns Hopkins University e direttore emerito del One Health Center of Excellence all’Università della Florida, Capua continua a lanciare appelli affinché il virus H5N1 venga considerato una seria minaccia per l’uomo. Nel 2024, negli USA, si sono registrati 66 casi umani di influenza aviaria H5N1, con primi segnali di mutazione.
Del particolare rilievo è stato il primo caso di mutazione in Louisiana, dove un 65enne ha sviluppato una forma grave dell’infezione. Inaspettatamente, il 2024 ha visto l’H5N1 infettare bovini, sconvolgendo le aspettative scientifiche. È risultato che i bovini possiedono nelle mammelle i recettori necessari per l’attacco del virus, avviando così un’epidemia in Texas. Gli studi hanno confermato mutazioni preoccupanti anche in un’adolescente canadese, suggerendo che il virus stia acquisendo capacità di replicarsi più efficacemente negli esseri umani, rendendosi più veloce e invasivo.
Simili mutazioni rappresentano un “salto di specie”. Sebbene il fenomeno si sia manifestato nei bovini, se avesse coinvolto l’uomo, avrebbe potuto scatenare una pandemia. L’infezione bovina ha dato vita a una catena di trasmissione rilevante, in parte a causa dell’assenza di regolamentazioni specifiche per il controllo di tali eventi. Oltre al rischio bovino, infezioni da HPAI A(H5N1) sono state riportate fra gatti in diverse nazioni, inclusi USA, Polonia e Corea del Sud. La diffusione tra animali domestici potrebbe agevolare la trasmissione all’uomo tramite alimenti per animali contaminati.
L’attuale situazione ha colto impreparate le autorità sanitarie. Le recenti elezioni statunitensi e la complessa situazione geopolitica hanno contribuito a una sottovalutazione del problema. La diffusione del virus tra i mammiferi aumenta le probabilità di un’avvicinamento al genere umano. Ogni trasmissione in un mammifero accresce le mutazioni possibili, potenzialmente capaci di facilitare non solo l’infezione umana, ma anche la trasformazione dell’uomo in vettore infettivo per altri. Finora, la trasmissione uomo a uomo non si è verificata, ma il virus rimane ampiamente presente.
In passato, si temeva che H5N1 avrebbe infettato l’uomo attraverso i maiali, tradizionalmente considerati un ponte rilevante per il virus. Tuttavia, il recente sviluppo tra i bovini dimostra che le vie di trasmissione potrebbero essere molteplici e imprevedibili.