Il gruppo militante Houthi, proveniente dallo Yemen, ha rivendicato una serie di attacchi mirati contro il territorio israeliano e una portaerei degli Stati Uniti nel Mar Rosso. Nelle parole del portavoce militare Yahya Saree, gli Houthi hanno intrapreso tre operazioni militari: una che ha colpito Eilat, nel sud di Israele, usando quattro missili da crociera, un’altra che ha attaccato un obiettivo strategico ad Ashkelon con un drone, e una terza che ha visto l’impiego di tre droni contro Tel Aviv-Jaffa. Inoltre, la portaerei USS Harry Truman è stata bersaglio per la settima volta.
Parallelamente, negli sviluppi della regione, Israël e Hamas hanno raggiunto un accordo per uno scambio di prigionieri nell’ambito di un cessate il fuoco. In questo contesto, il ministero della Giustizia israeliano ha rilasciato una lista di 95 prigionieri palestinesi destinati alla liberazione, un passaggio preliminare concordato per il rilascio degli ostaggi israeliani a Gaza. Questi prigionieri stanno per essere rilasciati sotto l’approvazione del governo israeliano.
L’intesa di cessate il fuoco è stata accolta favorevolmente a livello internazionale, con il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, che ha ribadito l’urgenza di un ritiro israeliano dal Libano meridionale. Durante una visita alla forza di pace ONU nel contesto libanese, Guterres ha sottolineato la necessità per Israele di rispettare la risoluzione ONU che vieta le operazioni militari nel Libano.
Nel frattempo, a Mosca, il presidente iraniano Masoud Pezeshkian ha manifestato la speranza che l’accordo tra Israele e Hamas porti a un’immediata tregua nella Striscia di Gaza. Ha sottolineato l’importanza di evitare azioni provocatorie, compresi i bombardamenti israeliani su Siria e Libano, cosa su cui l’Iran e la Russia sono d’accordo.
In Israele, le opinioni interne sull’accordo con Hamas sono discordanti. Mentre la maggioranza del governo ha votato a favore, i ministri di estrema destra Itamar Ben Gvir e Bezalel Smotrich si sono opposti, minacciando di dimettersi se l’accordo verrà effettivamente implementato. Essi ritengono che il conflitto debba essere portato avanti fino al raggiungimento degli obiettivi strategici contro Hamas.
Infine, Hamas ha sollecitato una calma di 48 ore prima dello scambio dei prigionieri, in modo da garantire una consegna senza intoppi delle persone in custodia. Tuttavia, accuse reciproche di violenze continuano ad alimentarsi, complicando ulteriormente il cammino verso una pace sostenibile nella regione.