Il tanto atteso cessate il fuoco nella Striscia di Gaza è stato annunciato dall’ufficio del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, con l’inizio previsto alle 11:15 ora locale (10:15 in Italia). Tuttavia, l’implementazione dell’accordo è stata complicata da una serie di eventi e ritardi.
In primo luogo, importanti sviluppi si sono verificati in merito alla liberazione di alcuni ostaggi israeliani da parte di Hamas. La mattina di oggi è prevista la liberazione di Romi Gonen, Emily Damari, e Doron Steinbrecher, come riportato dai media israeliani e palestinesi. Questi ostaggi hanno vissuto esperienze drammatiche durante gli attacchi terroristici avvenuti in varie località intorno a Gaza. Romi Gonen, 23 anni, è stata rapita mentre era al festival Supernova, Emily Damari, di 28 anni, è stata catturata durante un raid su un kibbutz, e Doron Steinbrecher, 31 anni, infermiera veterinaria, è stata presa nel suo appartamento.
Nel contesto dell’operazione militare israeliana, numerosi attacchi aerei e di artiglieria hanno colpito obiettivi ritenuti terroristici nel nord e nel centro di Gaza. Questi raid hanno provocato la morte di almeno tredici persone, secondo fonti locali. La situazione umanitaria nella regione rimane critica, con aiuti umanitari pronti a essere inviati attraverso il valico di Rafah, dove oltre 2.000 camion carichi di beni essenziali attendono l’autorizzazione per entrare.
Un elemento centrale dell’accordo di tregua consisteva nella consegna da parte di Hamas della lista completa degli ostaggi da liberare, una richiesta espressa dal governo israeliano per garantire la fiducia nei negoziati. Tuttavia, simili documenti non sono stati inviati tempestivamente, generando ulteriori tensioni e ritardando l’effettiva entrata in vigore del cessate il fuoco.
La mancata consegna della lista degli ostaggi da parte di Hamas viene imputata a problemi tecnici, secondo resoconti palestinesi. Intanto, a Israele giungono rassicurazioni da parte del governo che la collaborazione con i mediatori continua, al fine di rispettare i termini dell’accordo e garantire il ritorno a casa degli ostaggi.
Le operazioni militari israeliane nella Striscia proseguono, con l’esercito che conferma la sua disponibilità a interrompere le attività belliche solo quando gli accordi saranno realmente rispettati da entrambe le parti. Le famiglie degli ostaggi attendono con ansia il concretizzarsi degli sforzi diplomatici che potrebbero riportare la pace almeno temporanea nella regione.