In un universo dove l’innovazione tecnologica si intreccia con le ambizioni politiche, Elon Musk emerge come un enigma moderno. Con la gestione di sei aziende che operano in settori altamente avanzati – dalla conquista dello spazio ai veicoli elettrici, dai taxi robotici all’intelligenza artificiale, passando per i social network e le telecomunicazioni fino ad arrivare alla ricerca sui microprocessori impiantati nel cervello e i trasporti sotterranei veloci – il magnate non smette mai di sorprendere con la sua capacità di destreggiarsi tra innumerevoli impegni.
A completare il quadro già straordinario, Musk si immerge sempre più nella politica europea, sostenendo figure come Giorgia Meloni, criticando leader come Emmanuel Macron, e simpatizzando con movimenti di estrema destra, tra cui l’AfD in Germania. La sua recente interazione politica si è estesa fino al Regno Unito, dove ha espresso il desiderio di vedere un cambiamento al vertice del governo laburista guidato da Keir Starmer.
Dietro le quinte della politica, Musk brilla anche nel suo ruolo di megainfluencer, utilizzando la piattaforma “X” (ex Twitter) dove pubblica una media di 61 post al giorno per una platea di 212 milioni di utenti. Parallelamente, trova il modo di eccellere in passatempi virtuali, come nel caso del videogioco complesso Diablo IV, nel quale rivendica un livello di abilità riservato agli appassionati più accaniti.
Questa figura quasi mitica del nostro tempo è spesso caratterizzata da affermazioni audaci e progetti imponenti. Tra questi annunci vi è la promessa di ridurre di duemila miliardi di dollari la spesa pubblica attraverso il suo dipartimento dedicato all’efficienza, Doge, obiettivo che molti esperti ritengono impossibile da realizzare nei termini proposti. Tuttavia, Musk sorprende ancora una volta abbassando sensibilmente le sue aspettative, dichiarando una riduzione di mille miliardi come un traguardo epico.
La vera domanda che suscita questo straordinario imprenditore non riguarda solo le sue ambizioni politiche, ma anche la dinamica del suo rapporto con l’ex presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. Personaggi entrambi noti per il loro carisma magnetico e il narcisismo, sarebbe naturale aspettarsi scontri per il predominio della scena pubblica. Eppure, la relazione tra i due continua apparentemente in modo positivo, suscitando l’irritazione della vecchia guardia del movimento Maga, che mal sopporta l’influenza crescente di Musk.
Steve Bannon, un tempo stratega chiave di Trump, non nasconde il suo dissenso, definendo Musk infantile e promettendo di escluderlo. Tuttavia, è Bannon stesso a rischiare di vedere ridotta la propria rilevanza. Nel frattempo, al di là di esagerazioni caratteriali o uscite verbali fuori luogo, Musk procede con i suoi progetti, tra cui il settimo lancio di Starship che promette di aprire nuove frontiere nella colonizzazione di Marte.
L’ascesa dell’imprenditore sudafricano ha anche conseguenze nel mondo dell’informazione, dove la sua visione del free speech ha provocato una significativa erosione della verità nella sua rete. Questo fenomeno ha costretto persino Mark Zuckerberg a rivedere le politiche di controllo dei fatti per le piattaforme statunitensi come Facebook e Instagram, allineandosi a modalità simili a quelle di X.
Gli avversari di Musk non possono far altro che attendere un possibile errore di valutazione o un inciampo nel complicato panorama delle norme di sicurezza, mentre diverse amministrazioni tengono d’occhio le sue mosse.