Numerose manifestazioni hanno animato le strade delle città americane, con la partecipazione di migliaia di cittadini in tutti i 50 Stati. Il messaggio comune, “Giù le mani”, invita a proteggere diversi settori: dall’economia ai risparmi, minacciati dai dazi imposti dall’amministrazione Trump, ai posti di lavoro nel servizio pubblico, ridotti da Elon Musk, che guida il Department of Government Efficiency. Il motto “Giù le mani” si estende anche alla difesa della comunità LGBTQ, dei migranti che lavorano e vivono negli Stati Uniti in attesa di regolarizzazione.

Le 200 associazioni coinvolte hanno raccolto 250 mila adesioni online, presentando svariate rivendicazioni. Tra di esse figurano “Indivisible”, che promuove un’agenda progressista, “Women’s March”, già protagonista della famosa marcia del 2017 a Washington, “Move On”, che si batte per l’integrità elettorale, “Tax the Greedy Billionaires”, favorevole a una tassazione maggiore sui super ricchi, “Color of Change” per la giustizia razziale e “Planned Parenthood Action Fund” per il diritto di scelta sulla maternità. Anche figure politiche come Ilhan Omar, Katherine Clark ed Ed Markey hanno partecipato alle proteste.

Questo movimento rappresenta la prima grande mobilitazione di massa da quando Donald Trump è tornato alla Casa Bianca, con un eco simile alle manifestazioni di “Black Lives Matter” del 2020, in seguito all’uccisione di George Floyd. Gli eventi più significativi si sono svolti in città come Boston, New York, Atlanta, Chicago e Portland. A Washington, il parlamentare Jamie Raskin ha criticato Trump, paragonando la sua politica a quella di Mussolini e Hoover, suggerendo che il presidente voglia implementare idee che causerebbero disastri economici comparabili alla “Grande Depressione”.

Dalla sua residenza in Florida, proprio prima di una partita di golf, Trump ha dichiarato su “Truth”, il suo social media: “Vinceremo. Resistete, non sarà facile, ma il risultato sarà storico”. A suo dire, la sua strategia sta riportando nel Paese aziende e posti di lavoro, con investimenti che superano i 5 mila miliardi di dollari, sostenendo pertanto una crescita rapida.

Tuttavia, il clima all’interno dell’amministrazione non è sereno. Scott Bessent, segretario al Tesoro, secondo rumors vorrebbe lasciare la sua carica per timore di danneggiare la sua reputazione a Wall Street, aspirando alla presidenza della Federal Reserve. Intanto, al Congresso, c’è movimento per limitare il potere di Trump sui dazi: una proposta di legge, firmata dal repubblicano Chuck Grassley e dalla democratica Maria Cantwell, vorrebbe trasferire tale decisione al Parlamento. Il senatore Ted Cruz teme che le politiche di Trump possano causare ingenti perdite elettorali ai repubblicani nelle elezioni di medio termine previste per novembre 2026.

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