La situazione politica in Corea del Sud si è nuovamente infiammata, portando a ulteriori convulsioni istituzionali. In seguito alle polemiche nate dal tentativo avvenuto all’inizio di dicembre di introdurre la legge marziale, un’iniziativa che ha causato l’impeachment del presidente Yoon, un altro attore della scena politica è stato colpito: il premier Han Duck-soo. L’Assemblea nazionale ha posto sotto accusa Han, sostenendo che egli abbia avuto un ruolo attivo nel presunto tentativo di colpo di Stato orchestrato dall’ex presidente Yoon Suk-yeol.
Woo Won-shik, presidente dell’Assemblea nazionale sudcoreana, ha comunicato che tutti i 192 parlamentari votanti hanno approvato l’impeachment nei confronti di Han Duck-soo. Il partito di governo, Potere del popolo (Ppp), ha tentato di invalidare il risultato uscendo dall’aula e evidenziando che, secondo loro, la procedura di impeachment richiederebbe una maggioranza qualificata, norma che in teoria si applica solo a un presidente in carica. Tuttavia, la Costituzione sudcoreana non specifica esattamente tale requisito per un primo ministro facente funzioni, creando un precedente nel paese.
Nonostante queste dispute, Han Duck-soo ha accettato la decisione dell’Assemblea nazionale, sospendendo le sue funzioni in attesa del verdetto della Corte Costituzionale. Ha dichiarato di rispettare il voto parlamentare e di voler evitare ulteriore incertezza nel paese.
Alcuni a Seul ritengono che l’impeachment di Han Duck-soo non derivi tanto dalla sua partecipazione alla fallita legge marziale, ma piuttosto dalla sua resistenza a nominare nuovi giudici per la Corte costituzionale. Tale Corte deve essere al completo, con nove giudici operativi, per procedere efficacemente nel giudizio contro l’ex presidente Yoon.
Queste tensioni politiche hanno avuto ripercussioni sull’economia sudcoreana. La Borsa di Seul ha registrato un significativo crollo, mentre il won ha toccato il suo valore più basso in quindici anni. Un rapporto recente ha evidenziato un drastico calo del sentimento degli investitori, il più severo dal picco della pandemia di Covid-19 nell’aprile 2020. Oltre a queste incertezze interne, vi è anche preoccupazione per le possibili politiche protezionistiche che potrebbero essere introdotte dal presidente eletto degli Stati Uniti, Donald Trump, che prenderà ufficialmente possesso del suo incarico a gennaio. Tutto ciò preannuncia un periodo complesso fino al 2025 per la Corea del Sud e la sua economia.